E’ quel che resta del centrodestra a fare il tifo per la spaccatura. Se l’idillio, mai fino in fondo sereno, tra Lega e Movimento 5 Stelle dovesse finire, per forzisti e simili potrebbe esserci sopravvivenza politica. In caso contrario il Carroccio, con il trend di crescita che sta vivendo e le europee alle porte, nella sua area di appartenenza asfalterà tutti.
Prima il caso ‘trivelle’, poi il nodo Tav, ancora non risolto. A compliare la scenario la gestione degli sbarchi per arrivare al rischio processo per il ‘Capitano’.
Il destino dell’esecutivo penta-leghista passerà per le carte giudiziarie. Sembra un film già visto. Prodi e Berlusconi ci sono già passati.
Nel caso in cui Salvini dovesse affrontare il giudizio per volontà di parte dei suoi alleati, è davvero difficile ipotizzare un proseguimento dell’azione di governo. Il leader della Lega dovrebbe continuare a condividere scelte importanti con chi ha lo ha spedito davanti ai giudici. E se i grillini non vogliono tradire la loro storia saranno chiamati a dire sì all’istanza presentata dal tribunale di Catania.
Salvini sa che è la questione è delicata, che l’intesa, già fragile, potrebbe capitolare da un momento all’altro. E’ per tale ragione che oggi è intervenuto in modo diretto sul rischio processo. “Deciderà il Senato, sono tranquillo”. E se i grillini di Palazzo Madama risponderanno positivamente all’istanza dei giudici “non ci sarà nessuna crisi”.
Difficile che sia così, ma era giusto dirlo adesso. E a tifare per quel sì, a sperare che i grillini non indietreggino, c’è ciò che resta del centrodestra: pochi e divisi. Ma per loro è l’ultima chiamata.
Magari mettere fine all’esperienza con i Cinque Stelle per Salvini potrebbe rappresentare un’occasione: sondaggi alla mano ha tanti voti, al sud sta avanzando in modo spedito. Eppure, seppur goloso, è un progetto teorico. La pratica, la sostanza c’è adesso. Con un governo dove il suo peso decisione, con buona pace di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, cresce giorno dopo giorno