Caso Eitan, il nonno è indagato per sequestro di persona

Di Maio: "Stiamo accertando accaduto per intervenire". I legali: "Ha agito d'impulso preoccupato dalle condizioni del nipotino". Autorità israeliane: "Il bambino dovrebbe essere restituito alla zia in Italia”

Shmuel Peleg, il nonno del piccolo Eitan Biran, unico sopravvissuto nella tragedia della funivia del Mottarone, è indagato a Pavia per sequestro di persona. L’uomo avrebbe rapito il bambino, portandolo con se in Israele.  “Dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino, ha agito d’impulso”, dicono Sevesi, Carsaniga, Polizzi, i legali che difendono il nonno materno del piccolo: “Siamo stanchi di attacchi ingiustificati e vogliamo rimettere ordine in una situazione in cui non esiste nessuno nonno maltrattante: è una vicenda di 20 anni fa e la stessa nonna ha ridimensionato l’accaduto. Esiste solo un nonno stupendo e una famiglia stupenda a cui sono stati negati ‘rapporti significativi’, come richiesto dal giudice”.

La nonna materna: “Nessun rapimento, Eitan voleva tornare”

“Le condizioni di Eitan sono pessime. Non c’è stato alcun rapimento qui, il ragazzo voleva solo tornare in Israele da molto tempo”. Lo riferisce Etty Peleg,  la nonna israeliana di Eitan, in un’intervista alla radio 103 Fm. “Anche quando i suoi genitori erano in campagna ha sempre voluto essere qui, in Israele – spiega la donna, nonna materna di Eitan – È nato e cresciuto a casa mia. Finalmente dopo 4 mesi i medici vedranno cosa succede al ragazzo, perché Eitan non ha visto nessun dottore tranne sua zia in Italia”. Inoltre, ha aggiunto che “Eitan ha avuto un’infanzia felice, è il primo nipote da entrambe le parti e ha ricevuto molto calore. È venuto dall’amore. Un bambino meraviglioso e saggio”.

Sulle sue condizioni di salute, ha detto: “Attualmente sta subendo diagnosi molto approfondite a Tel Hashomer per tutto, compreso il trattamento psicologico, che avrebbe dovuto essere fatto molto tempo fa e non è avvenuto. Eitan è il nostro mondo e vogliamo sapere che sta bene, questo è tutto quello che ci interessa. Il bambino è felice”. La donna continua dicendo che il piccolo di 6 anni “non conosceva affatto la famiglia in Italia. Non c’era alcun legame tra le famiglie. Ma ora mi occupo di lui, di certo, perché io sono la nonna, sono la madre di Tal”.

Secondo lo zio or Nirko di Eitan, invece, Etty Peleg, la nonna del piccolo Eitan “era in Italia e ha preso parte al rapimento”. Lo zio paterno del piccolo ne ha parlato intervistato dalla radio israeliana 103 Fm. Secondo lo zio, la donna “sostiene di essere tornata in Israele, così da non essere complice del rapimento”.

Israele: “Il bambino dovrebbe essere restituito alla zia in Italia”

Un parere legale del governo israeliano emesso da esperti dei ministeri degli Esteri e della Giustizia ha sottolineato che portare Eitan Biran in Israele, contro la volontà del suo tutore legale, costituisce probabilmente un rapimento, secondo quanto riportato da Channel 12 News. Il documento afferma che la mossa del nonno ha violato la Convenzione dell’Aia sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, una legge adottata anche da Israele nel 1991. Secondo la legge, Israele deve fare tutto il possibile per restituire il ragazzo al suo tutore legale in Italia il prima possibile, ovvero ad Aya Biran, sorella del papà del piccolo, residente in Italia.

Il ministro Di Maio: “Stiamo accertando accaduto per poi intervenire”

“Stiamo accertando l’accaduto per poi intervenire”, ha detto, Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, a Sulmona in provincia dell’Aquila, riferendosi al caso di Eitan il bambino unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, in Piemonte, e portato in Israele dal nonno materno.

LaPresse

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