Caso Santanchè, domani al via processo: ministra e altri 15 accusati di falso in bilancio

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Foto Paolo lo Debole / LaPresse in foto Daniela Santanchè

Si apre domani mattina presso il Tribunale di Milano il processo per falso in bilancio che vede imputata la ministra del Turismo Daniela Santanchè, insieme ad altri 15 tra manager, dipendenti e una società. L’accusa, formulata dai pubblici ministeri Maria Gravina e Luigi Luzi, riguarda la presunta occultazione di perdite milionarie, accumulate tra il 2016 e il 2022, dalle società Visibilia Editore spa e Visibilia Editrice srl (che hanno patteggiato in udienza preliminare) e, per gli anni 2019-2020, dalla Visibilia srl in liquidazione (rinviata a giudizio con intervenuta prescrizione per i bilanci precedenti).

Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero mascherato la “sistematica incapacità” delle società di “produrre reddito” per ottenere un “ingiusto profitto”, evitando costose ricapitalizzazioni e una gestione più prudente dei conti. Oltre a Santanchè, sono imputati il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero.

La prima udienza sarà dedicata alla costituzione delle parti e all’ammissione delle prove. I pm presenteranno le sentenze di patteggiamento delle società, le note del consulente dell’accusa, il professore della Bocconi Nicola Pecchiari, informative della guardia di finanza, relazioni di Bankitalia, verbali di interrogatorio e intercettazioni.

Tra le intercettazioni, emerge una conversazione in cui l’ex manager Massimo Cipriani parla di un “disastro, per un ministro, non pagare le imposte allo Stato”, riferendosi a cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate per 984mila euro. Altra intercettazione riguarda una telefonata tra l’ex presidente del collegio sindacale Massimo Gabelli e Kunz, in cui si discute del debito contestato e dell’avviamento della società.

Proprio l’avviamento, iscritto a bilancio per 3.864.294 euro, è al centro delle indagini. Secondo l’accusa, avrebbe dovuto essere integralmente svalutato già al 31 dicembre 2016, portando la società a un patrimonio netto negativo. Gli esposti presentati dai soci di minoranza, capeggiati dal finanziere Giuseppe Zeno, hanno dato il via all’indagine. I soci di minoranza si sono costituiti parte civile e chiedono risarcimenti.

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