Caso Stellantis, a rischio 4.200 lavoratori

NAPOLI – Una “provocazione” da parte dell’amministratore delegato: così Aniello Guarino, responsabile del settore Auto per la Fim Cisl di Napoli, commenta le recenti dichiarazioni di Carlos Tavares sul futuro di Stellantis e i posti di lavoro a rischio. Una situazione, aggiunge il sindacalista, che “non può ricadere sui lavoratori: a Pomigliano siamo usciti da decenni di ammortizzatori sociali e i lavoratori per anni hanno dato il massimo, tanto che nel 2023 lo stabilimento è risultato il migliore in Italia in termini di qualità e fatturato”. Tavares ha battuto cassa presso il Governo (come se l’azienda non avesse già ricevuto miliardi di incentivi nel corso degli anni), lamentando la scarsità di sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici. E Pomigliano è particolarmente a rischio tagli, dato che attualmente vi viene assemblata solo la Panda ibrida, la cui produzione dovrebbe cessare (secondo notizie ufficiose) nel 2026. “Se la Panda non sarà sostituita – nota Guarino – avremo un problema per oltre 4200 lavoratori che torneranno nel baratro della cassa integrazione”. Non si tratta di un taglio da poco, dato che Panda ha una produzione doppia rispetto all’Alfa Tonale e alla Dodge Hornet destinata al mercato Usa. “I volumi produttivi di questo modello sono alti da oltre 12 anni e stiamo chiedendo il rispetto di questi lavoratori che hanno dato tanto nell’arco di questi anni: chiediamo un incontro urgente a Governo e Stellantis”.
Attualmente, nota il sindacalista, a Pomigliano si lavora su 20 turni a pieno regime e ci sono ancora richieste arretrate del dopo pandemia da smaltire. In questa situazione arriva l’“allucinante provocazione dell’amministratore delegato”, con la “minaccia sugli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano”.
Quest’ultima struttura dà lavoro anche ad altre 1200 unità di altri stabilimenti Stellantis che sono in difficoltà per i turni ridotti e ad altre 15mila maestranze nell’indotto.
E ieri il leader di Azione Carlo Calenda è tornato sulla vicenda Stellantis: “Sono cinque anni che battiamo sulla crisi, prima di Magneti Marelli, poi di Stellantis nell’assoluto silenzio della politica, troppo impegnata a parlare di Peppa Pig, dell’ultima polemica sulle parole di Salvini, della Meloni o di qualcuno della sinistra. E in questi anni di silenzio, quella che era una crisi che poteva essere gestita è diventata un’emergenza e questo è quello che accade in Italia: non ci occupiamo delle cose che contano, ci occupiamo solo delle emergenze e solo quando è troppo tardi”.
“Non ho alcun interesse allo scontro con Landini a prescindere – ha aggiunto – Mi sono sempre confrontato con il Sindacato con schiettezza; anche andando a prendere fischi al congresso della Cgil. Qui il problema è il merito della vicenda Stellantis, che finalmente è emersa in tutta la sua drammaticità. Ed è una vicenda che mostra la politicizzazione di questa gestione sindacale. Non è solo Stellantis, penso a Ilva e all’acquiescenza di Landini verso i cambi di rotta schizofrenici del Governo Conte due. E ancora, le assurde richieste per cinquanta miliardi di deficit in più alla vigilia della legge di bilancio”.
“La tentazione del leader della Cgil di trasformarsi in leader politico – ha scritto ancora Calenda – ha come conseguenza una confusione di piani che nuoce ai lavoratori, la nascita di conflitti di interesse (in questo caso con i giornali del gruppo Elkann) che hanno determinato un approccio morbido e confuso alla vicenda Stellantis e la svolta del sindacato verso il populismo nelle proposte di politica economica. Non è un bene per nessuno. Per la politica, per i lavoratori, per i giornali coinvolti ma soprattutto per l’autorevolezza del Sindacato”.
Da parte sua, Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, a margine del congresso provinciale azzurro che si sta svolgendo a Siracusa, ha detto che “Forza Italia con il Partito Popolare Europeo ha cambiato le regole europee sull’automobile. In Italia abbiamo garantito incentivi cospicui, ora tocca a Stellantis garantire i livelli di produzione e di occupazione adeguati alle aspettative del nostro paese”.
Infine, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, sul richiamo lanciato da Tavares, al governo circa il rischio di chiusure per gli impianti italiani in assenza di sussidi, replica: “Come governo non ci siamo mai tirati indietro quando si sono presentate delle operazioni di investimento. Ne ricordo una tra le tante, quella per la gigafactory di Termoli a favore della quale abbiamo garantito 370 milioni di sovvenzioni pubbliche. Quindi, se sarà necessario, faremo tutte le valutazioni del caso tenendo al centro l’interesse nazionale dal momento che l’automotive è un tassello strategico del nostro sistema produttivo”.

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