Roma (LaPresse) – L’Avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sulla sentenza della Cassazione contro Bossetti. “La mia reazione è stata di assoluto sconcerto, seguito poi da avvilimento e disperazione -ha dichiarato Salvagni-. Da uomo mi domando se è possibile comminare la pena massima senza concedere mai una chance all’imputato di difendersi. Se l’imputato chiede insistentemente di rifare la perizia sul dna, o l’imputato è un pazzo scriteriato o forse qualche ragione ce l’ha.
Una chance si concede a tutti, anche a un animale. Da avvocato sono sconvolto perché questa cosa non sta in piedi. Bisognerebbe ricordarsi che ciò che dice l’accusa non è vangelo. C’è stata un’esaltazione dei Ris che dicono che i pm dell’accusa sono i primi della classe, non possono sbagliare. La contraddizione sulla perizia del dna non può esistere, deve essere risolta. E le sentenze hanno fatto finta di non vedere il problema”.
L’avvocato si esprime sulla sentenza
Sulle proteste dei detenuti dopo la sentenza. “Credo che questa sentenza sia di una violenza inaudita, perché dice: ‘tu condannato devi scontare la tua pena a prescindere’ e la popolazione carceraria ha capito perfettamente questo. In carcere non ci crede nessuno che Massimo sia colpevole. Questa è una sentenza scritta ancora prima di arrivare al processo.
E’ stato a tutti gli effetti una sorta di braccio di ferro col sistema, se avesse vinto Bossetti avrebbe messo in discussione l’intero sistema. Anche il fatto che nella requisitoria si sia spostata l’attenzione sulla bravura di una parte del sistema ci ha fatto capire che contro il sistema non si può fare nulla. Se Bossetti fosse stato riconosciuto innocente, si sarebbero trovati di fronte al clamoroso errore dei primi della classe, e inoltre, una volta fuori Bosetti, avrebbero avuto il problema di trovare un altro responsabile”.
“Non può finire qui -ha affermato Salvagni-. Valuteremo se fare ricorsi alle Corti sovranazionali e continueremo a cercare elementi che scagionino Bossetti”.