CASTELVOLTURNO – Credeva che una volta tornato a casa, il pessimo sabato che aveva trascorso fosse giunto al termine. Una brutta e complicata serata da buttarsi alle spalle. Ed invece Luigi Izzo, 38 anni, barbiere, marito e papà di tre piccoli, non è riuscito a varcare l’uscio della sua abitazione. Ha incontrato la morte proprio a pochi metri dall’appartamento di via Papa Roncalli. Ad attenderlo all’esterno della casa c’erano Alessandro Moniello, 53enne, e il figlio Roberto, 27enne, originari di Napoli e castellani di adozione. Luigi scende dalla vettura e si dirige verso i due per capire cosa volessero e in pochi attimi si consuma la tragedia: viene pugnalato. Almeno cinque i fendenti che, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il 53enne ha sferrato al barbiere usando un coltello da cucina (uno al collo e quattro all’addome). Roberto, invece, sarebbe rimasto in macchina, seduto sul sedile posteriore. Le grida, il sangue. Dall’abitazione esce Federica, che stava aprendo il cancello per far entrare il marito. Prova a soccorrerlo. Ancora urla e sangue. I Moniello vanno via. Arrivano i carabinieri e l’ambulanza: Luigi viene portato in clinica, a Pineta Grande. Ma le pugnalate ricevute non gli lasciano scampo. Muore. A poche ore di distanza dal delitto, il 53enne si costituisce.
Il pubblico ministero Annalisa Imparato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ieri mattina, raccolta la versione del presunto assassino e esaminati i primi rilievi fatti dagli investigatori, ha disposto il fermo per entrambi i Moniello, assistiti dall’avvocato Giuseppe Guadago: sono indagati per concorso in omicidio.
La morte di Luigi e il trasferimento in carcere di padre e figlio rappresentano l’epilogo di una pagina bruttissima e dolorosa per Castelvolturno. Le sue cause vanno ricercare in una rissa. La tragedia, infatti, è stata innescata da una stupida lite avvenuta nei pressi del Duepuntozero Cafè, situato sulla la Domiziana. Protagonisti della zuffa Orlando, fratello di Luigi, e i germani Simonetti che hanno una vetreria. Sono l’una e 20 circa di domenica notte. Il barbiere interviene per calmare gli animi. Durante la scontro, però, entra in scena pure Roberto Moniello, che rimedia vari colpi che gli procurano la frattura di un dito e la rottura degli occhiali che indossava. Ma Luigi, stando alle testimonianze raccolte dagli investigatori, per evitare che lo scontro continuasse, gli promette che sarebbe stato lui a ricomprargliele. L’importante era fermare la violenza. La situazione sembra tornare serena. Il barbiere riesce a portare il fratello via. Lo segue con la propria auto e si accerta che entri in casa. Rasserenatosi, si dirige verso il rione Scatozza. E qui, a pochi passi dalla sua abitazione, trova i Moniello e la morte.
Ad informare Alessandro su ciò che era successo a Roberto era stata la figlia, anche lei presente al bar al momento della rissa. Come reagisce il genitore? Decide di caricarsi in auto il 27enne e di raggiungere la casa del barbiere dove si consuma il delitto.
Alessandro e Roberto sono stati portati dai militari dell’Arma della stazione di Castelvolturno nel carcere ‘Francesco Uccella di S. Maria Capua Vetere, in attesa dell’udienza di convalida che dovrebbe tenersi tra domani e mercoledì.
Al Duepuntozero Cafè la prima lite E’ caccia aperta all’arma del delitto
“Non ho capito più nulla, l’ho accoltellato varie volte. Pensavo avesse un’arma e volesse uccidere me e mio figlio”: sono le parole pronunciate ieri in caserma da Alessandro Moliniello. Il 53enne, meccanico, è accusato di aver assassinato con almeno 5 coltellate Luigi Izzo. Dopo aver sferrato i fendenti e riaccompagnato il figlio Roberto a casa, per qualche ora ha girovagato in auto tra Castelvolturno e Giugliano. Dopo essersi confrontato al cellulare con familiari e con il suo avvocato, decide di interrompere quello che da lì a breve sarebbe stato visto come un tentativo di fuga e consegnarsi ai militari dell’Arma. E in stazione, a Castelvolturno, ha raccontato la propria versione della storia. Una tragedia che inizia con un litigio tra Orlando Izzo e altri due castellani. Una zuffa che, almeno in prima battuta, non aveva coinvolto il figlio. Il giovane era nel Duepuntozero Cafè perché la compagna gli aveva organizzato una festa per il suo compleanno. La rissa ha richiamato l’attenzione di Roberto: si è intromesso e ha preso svariati colpi al volto e alla mano. Con il dito fratturato e gli occhiali rotti è stato accompagnato a casa. Intanto la sorella di Roberto, preoccupata per le condizioni del fratello, temendo che potesse capitargli altro, contatta il padre invocando aiuto. A questo punto il genitore raggiunge l’abitazione del figlio e lo carica in auto. Lo fa sedere sul sedile posteriore (quello anteriore era occupato da svariati oggetti per un trasloco che, forse, avrebbe dovuto continuare oggi). Vorrebbero raggiunge l’abitazione di Orlando Izzo, protagonista della rissa, ma non conoscono l’indirizzo. E così si recano da Luigi. A scendere dalla vettura sarebbe stato solo Alessandro. Il 53enne si incammina verso Luigi che, stando al racconto dell’indagato, pone la mano dietro la schiena: teme che stesse per prendere un’arma e così lo aggredisce con il coltello. Lasciato a terra sanguinante si rimette in auto. Roberto gli avrebbe spiegato che il barbiere non aveva avuto alcun ruolo nella rissa. E il 57enne avrebbe capito solo a quel punto la gravità del gesto. L’arma usata per assassinare il barbiere non è stata trovata. Ieri Alessandro Moniello ha accompagnato anche i carabinieri sul punto dove ha raccontato di essersi liberato del coltello. Ma non è stato ancora rinvenuto. Nelle prossime ore il corpo di Luigi sarà sottoposto ad esame autoptico.