Hong Kong: indagava sulla repressione, una giornalista condannata in appello

Il giudice dell'Alta Corte Alex Lee ha confermato il verdetto lunedì, dicendo che avere buone intenzioni non è una giustificazione

People (C) are detained by police during clashes following an unsanctioned march through Hong Kong on September 29, 2019. - Thousands of Hong Kongers defied police tear gas rounds on September 29 to hold an unsanctioned march through the city, part of a coordinated day of global protests aimed at casting a shadow over communist China's upcoming 70th birthday. (Photo by Nicolas ASFOURI / AFP)

MILANO – Una giornalista di Hong Kong è stata condannata anche in appello per aver rilasciato false dichiarazioni nell’ottenere informazioni per la sua indagine sulla violenta repressione durante le proteste del 2019. Il giudice dell’Alta Corte Alex Lee ha confermato il verdetto lunedì, dicendo che avere buone intenzioni non è una giustificazione. Bao Choy è stata dichiarata colpevole nel 2021 in primo grado per aver ingannato il governo ottenendo i documenti sulla proprietà di alcuni veicoli per scopi giornalistici, invece che per questioni relative ai trasporti, come aveva dichiarato. La pluripremiata giornalista stava cercando di rintracciare gli autori di un violento attacco a manifestanti e pendolari all’interno di una stazione ferroviaria per il suo documentario. La sentenza dell’anno scorso aveva suscitato preoccupazioni per la riduzione delle libertà di stampa in città.

(LaPresse)

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