Castelvolturno, ingiusta detenzione: bloccati i risarcimenti per Giuseppe Gravante ed Elio Cerullo

CASTELVOLTURNO – Ingiusta detenzione per 14 giorni dell’ex consigliere comunale e imprenditore Giuseppe Gravante: dopo la disposizione del risarcimento, l’Avvocatura Generale dello Stato blocca l’indennizzo con un fulmineo ricorso in Cassazione. Non avrebbe subito danni dalla carcerazione. Questo in sintesi il contenuto del ricorso dell’Avvocatura. Bloccato anche il risarcimento per l’imprenditore castellano Elio Cerullo. Non avrebbe subito danni, secondo la Corte di Appello di Napoli e la Corte di Cassazione, per i due anni di carcere sofferti.
Quindi in buona sostanza entrambi gli imprenditori non devono essere risarciti per la carcerazione subita. Questo in sintesi quello che è avvenuto per Gravante e per Cerullo. E’ inverosimile ciò che è accaduto sia all’imprenditore Raffaele Cerullo detto Elio sia all’ex consigliere comunale Giuseppe Gravante, entrambi di Castelvolturno.
Due vicende simili che hanno dei punti in comune: i provvedimenti non tengono conto che il carcere è già di per sé è una sofferenza atroce e comporta un danno esistenziale indescrivibile per chi lo subisce che perde anche la propria dignità nella comunità civile in cui vive. Vediamo le due vicende nello specifico.
Elio Cerullo, titolare di un autodromo con annessa pista di gokart, situato sul litorale domitio, dopo due anni di carcere venne assolto nel 2015 dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; sentenza confermata dalla Seconda Corte di Appello di Napoli l’8 aprile 2016 che ribadì la sentenza di primo grado; contro il quale giudizio assolutorio aveva proposto appello la Procura Antimafia di Napoli. Appello coltivato anche dal Procuratore Generale partenopeo che in sede di udienza aveva chiesta la condanna di Elio Cerullo a nove anni di reclusione. L’imprenditore castellano rispondeva di concorso in estorsione aggravata dal metodo camorristico e aveva subito una carcerazione preventiva di due anni nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. La Corte di Appello accogliendo le ragioni degli avvocati Crisileo disattendeva le ragioni dell’appello del pubblico ministero perché non apportava alcun elemento nuovo. Ora succede un imprevisto : la Corte di Appello di Napoli prima e la Corte di Cassazione di Roma poi non hanno riconosciuto l’ingiusta detenzione per i due anni di carcere sofferti da Elio Cerullo in quanto non avrebbe subito danni derivanti dalla carcerazione. L’imprenditore però intende andare fino in fondo alla sua vicenda processuale e rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
Sorte simile e’ capitata all’ex consigliere comunale di Castel Volturno Giuseppe Gravante. Pochi giorni fa la Corte di Appello di Napoli 8^ Sezione Penale gli ha concesso un risarcimento di dieci mila euro per il periodo di carcere ingiustamente subito dal 22 febbraio al 6 marzo 2012 ma l’Avvocatura Generale dello Stato di Roma non ci sta’ e ricorre in Cassazione bloccando cosi il pagamento dell’indennizzo. L’Avvocatura non condivide le motivazioni del provvedimento per l’ingiusta detenzione perché anche Gravante non avrebbe subito danni dalla carcerazione.
Giuseppe Gravante, 61 anni, di Castel Volturno venne arrestato e portato in carcere nella primavera 2012. Singolare la vicenda che segnò l’ex politico castellano che dopo 14 giorni di carcere venne liberato dallo stesso giudice per le indagini preliminari di Napoli il dott. Pietro Carola per inesistenza dei gravi indizi di colpevolezza, a seguito dell’interrogatorio. Successivamente il Giudice dell’Udienza Preliminare di Napoli ne definì la posizione processuale con una sentenza assolutoria accogliendo le richieste dei suoi difensori, gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo. Giuseppe Gravante rimase coinvolto nell’operazione “Green Domitia Village” durante la quale vennero arrestate moltissime persone dell’agro aversano e vennero anche sequestrati quasi duecento immobili ritenuti dagli inquirenti una colata di cemento fuorilegge. Un sequestro di beni che ammontava a quasi 300 milioni delle vecchie lire. Anche Gravante, nel caso in cui la Cassazione dovesse accogliere il ricorso dell’Avvocatura, intende far ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo. Decisione condivisa dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo che li assistono entrambi.

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