Lavoro, Bonomi sfida Landini: “Andare in piazza l’ultima cosa da fare”

Nuovo botta e risposta a distanza tra Confindustria e Cgil. Se in un'intervista Maurizio Landini torna a far balenare l'arma dello sciopero su manovra e misure del governo, da Alba, dove partecipa all'assemblea della Piccola Industria, Carlo Bonomi è lapidario.

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – Nuovo botta e risposta a distanza tra Confindustria e Cgil. Se in un’intervista Maurizio Landini torna a far balenare l’arma dello sciopero su manovra e misure del governo, da Alba, dove partecipa all’assemblea della Piccola Industria, Carlo Bonomi è lapidario. “Andare in piazza è l’ultima cosa che gli italiani vorrebbero in questo momento, non è certo quella la strada migliore”. Ma Landini è categorico. “Siamo pronti allo sciopero se il Governo non ascolta i lavoratori. Draghi rinvia e non risolve i problemi”, mentre invece “la manovra va cambiata e migliorata”.

Scontro che va in scena alla vigilia dell’avvio in Parlamento della legge di bilancio su cui Bonomi chiede senso di responsabilità. “Mi aspettavo uno scenario diverso”, spiega. E più in generale avverte.

“Purtroppo sta tornando quella che ho definito la battaglia delle bandierine. E’ un peccato in un momento in cui abbiamo la grande opportunità di poter spendere i fondi del Pnrr e dovrebbe essere il momento di concentrare gli sforzi di tutti per la crescita”. Del resto su quali sono i rischi che si corrono se si allenta lo sforzo per tenere alta la ripresa accende un faro il presidente della Piccolo Industria Carlo Robiglio: “Le stime di crescita per il 2024 prevedono una percentuale tra l’1% e il 2%. Ma se dovessimo crescere così poco il rischio di andare in default sarebbe concreto, visto che non riusciremo neanche a sostenere il debito pubblico. Un rischio che non ci possiamo permettere”.

Il presidente di Confindustria rilancia invece su lavoro e pensioni e mette in guardia dal rischio di un conflitto permanente. “Le soluzioni si trovano lavorando insieme e non con il ricatto dello sciopero – e sbaglia chi crede che il ricatto dello sciopero sia un mezzo per ottenere quello che si chiede”. E in questo scenario sottolinea che “nessuno più di noi credo che abbia dimostrato in più di un’occasione di avere a cuore il Paese”. Come dimostra l’atteggiamento sul lavoro. Dopo lo stop al blocco dei licenziamenti “venivano paventati milioni di licenziamenti, ma noi invece non troviamo gente da assumere: noi vogliamo assumere e non licenziare e stiamo assumendo”. Un atteggiamento che viene ribadito anche in tema di previdenza. Per Bonomi infatti il rebus pensioni può venir risolto “creando lavoro e non certo scivoli per chi invece un lavoro ce l’ha”.

LaPresse

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