NAPOLI – La ripresa post pandemica del sistema turistico in Campania passa attraverso diversi processi: l’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio dei flussi, l’approvazione di un piano regionale e l’applicazione delle nuove tecnologie ad un settore che deve bandire il turismo mordi e fuggi e valorizzare il turismo sensoriale. Il percorso è stato avviato, parola dell’assessore regionale al ramo Felice Casucci.
In prossimità della stagione estiva e in questa prima fase di allentamento delle restrizioni dovute al Covid-19 assisteremo ad una ripresa del turismo in Campania?
Gli indici che provengono dai territori sono confortanti. Pensavamo che in questa fase si trattasse di turismo di prossimità, tra regioni limitrofe e non, invece c’è un segnale di ripresa del turismo straniero che si sta concentrando soprattutto in quelle aree che sono state protagoniste di una comunicazione forte improntata sul Covid-free come le isole. Per le aree interne il discorso è diverso poiché ancora non stanno beneficiando dell’attenzione del mercato turistico estero.
Cosa potrebbe bloccare la ripresa?
C’è la preoccupazione della variante delta e il terrore che possa emergere qualche altro fattore in grado di scompaginare. Le vaccinazioni procedono, ma la confusione che permane su Astrazeneca è rischiosa.
Perché?
In una situazione epidemiologico in cui già tutto è complicato serve dare certezze su quelle che sono le politiche di sicurezza sanitaria che, tra l’altro, sono coessenziali alle politiche di promozione turistica. Ma ho comunque un cauto ottimismo. Sono stato al premio De Sanctis e ho notato il fermento turistico e la presenza di molti giovani e pare che i dati per la stagione estiva saranno addirittura superiori a quelli del 2019.
In mancanza di un osservatorio, da cosa derivano i dati di cui parla?
I dati che ci arrivano dalle cosiddette sentinelle informative come per esempio le pro loco. E’ vero, manca un osservatorio, ma abbiamo già approvato una delibera di giunta che prevede un osservatorio/piattaforma che si occupi dell’analisi del turismo in Campania. Serve un’Agenzia campana per il turismo proprio per avere a disposizione dati più aggiornati di quelli dell’Istat che sono nazionali e sono fermi al 2019 inizio 2020. La proposta turistica va stilata anche in base alla richiesta, per questo per l’aggiornamento costante serve un osservatorio regionale.
A che punto siete con il Piano regionale per il turismo?
E’ stato già strutturato, ma ancora non deliberato in giunta. Il piano per il turismo è work in progress, di certo non mancheranno sostegni alle imprese e misure per il settore alberghiero ed extra-alberghiero, tour operator e operatori del comparto. Puntiamo anche sull’applicazione di nuove tecnologie che saranno determinanti a garantire la necessaria ripartenza dei flussi turistici.
A proposito di questo, come pensa si debbano coniugare, anche in base a quanto previsto dal PNRR, digitalizzazione e offerta turistica?
Oggi non si può pensare ad una profilazione dei viaggiatori e dei turisti senza pensare ad una conoscenza del mercato digitale. In Campania abbiamo già una grande ricchezza che è quella del polo tecnologico a San Giovanni a Teduccio. Con l’assessore Fascione stiamo ragionando in base all’evoluzione dell’ecosistema digitale e di quello culturale e turistico. Sarà fondamentale il monitoraggio dei flussi e un aggiornamento rispetto alle esigenze che si profileranno. E’ chiaro che il turismo per essere esperienziale non può abnegare alla digitalizzazione. I sapori e gli odori, per esempio, non puoi trovarli su internet. Serve l’esperienza dal vivo che sarà utile anche a contrastare il turismo mordi e fuggi perché scegli di immergerti nei luoghi in cui vai. Dall’economia liberistica pura, quasi selvaggia in cui tutto è frammentato e ognuno fa ciò che vuole, si dovrebbe arrivare ad un turismo più sistematizzato. Si deve passare dal turismo della ammuina a quello della disciplina. Per farlo servirà un maggiore coordinamento con gli enti locali.
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