CATANIA – Ha continuato a perseguitare la ex anche dopo un primo divieto di avvicinamento. Per questo motivo il pool anti violenza di genere della Procura di Catania ha richiesto e ottenuto l’arresto di un 28enne. La vittima era stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, trasferendosi in una struttura di accoglienza. L’uomo ha continuato per mesi a pedinarla, in più occasioni riuscendo a farsi consegnare il telefono cellulare per controllare se avesse una relazione.
Nel tentativo di riprendere una vita normale, iniziando la frequentazione con una nuova persona, ha ricevuto minacce esplicite. Fino a non potersi sentire sicura neanche nella propria abitazione dove l’ex, in una circostanza, spalleggiato da due familiari, le suonò al citofono. Intimandole di far scendere in strada il fidanzato perché voleva ammazzarlo. E al diniego espresso della donna, che dichiarò di essere da sola, si vide danneggiare l’auto a calci. Mentre uno dei parenti gli mostrava una pistola gridandole contro: “Devi andare via, sennò ti uccidiamo!”. Disperata, non ha potuto far altro che denunciare tutto ai carabinieri. I quali, ricomponendo un quadro probatorio a carico dell’indagato, non hanno lasciato alcun dubbio al giudice che, accogliendo la richiesta del magistrato titolare dell’indagine, ha emesso la misura restrittiva.
(LaPresse)