NAPOLI – Quindici arresti in poche ore. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e quelli del Comando Antifalsificazione Monetaria di Roma, al termine di
un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola, hanno dato
esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal GIP
presso il Tribunale di Nola nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario
titolo, dei reati di corruzione, soppressione, distruzione e occultamento di atti
pubblici, falsità in atti pubblici, uso di valori di bollo contraffatti e truffa ai danni
dello Stato.
Avvocati nei guai
Nell’ambito dell’operazione è finito in carcere un dipendente del Comune di Marigliano. Il gip ha imposto la misura degli arresti domiciliari nei confronti di undici avvocati e la misura
interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione per la durata un anno
nei confronti di tre di essi. Nel mirino degli investigatori una “prassi costante e consolidata di gestione illecita degli affari penali” presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Marigliano. Secondo gli inquirenti, infatti, il cancelliere preposto all’Ufficio Iscrizioni a ruolo era solito piegare
l’esercizio delle sue funzioni alle esigenze della cerchia di avvocati suoi amici i quali,
grazie alla sua complicità, riuscivano ad ottenere l’assegnazione dei fascicoli di cui
erano patrocinatori al Giudice di Pace loro più gradito. Tanti gli episodi contestati come distruzione di fascicoli processuali e persino la creazione di fascicoli completamente falsi aventi quale parti processuali soggetti deceduti o di fantasia.
I regali
Quale corresponsione per i favori ricevuti, gli avvocati regalavano al cancelliere, in
occasione di una cena organizzata presso la sua abitazione, un costoso oggetto in oro.
Le attività di indagini hanno, inoltre, accertato il sistematico utilizzo da diversi anni
da parte di alcuni indagati, nell’esercizio della loro professione di avvocati, di marche
da bollo contraffatte per l’iscrizione a ruolo di cause presso gli uffici del Giudice di
Pace del circondario di Nola, traendo così in inganno i funzionari delle cancellerie
addetti all’iscrizione che firmavano atti pubblici falsi, appropriandosi del valore
nominale delle marche da bollo utilizzate con conseguente ingente danno alle casse
dello Stato, accertato a circa 40mila euro.