ROMA – Giuseppe Conte prova a fare squadra. Ieri sera, dopo il Consiglio a palazzo Chigi, ha riunito a cena i suoi ministri. L’obiettivo è superare le beghe interne, le differenze di veduta tra Pd e Movimento 5 Stelle. Al centro del tavola, pasti a parte, c’era (e resterà ancora per qualche tempo) la questione ‘ex Ilva’.
Il premier ha mostrato un’informativa sul dossier ‘cantiere Taranto’ che dovrebbe finire in un decreto legge. Oggi c’è l’incontro con i vertice di ArcelorMittal.
Il più adombrato a cena era Luigi Di Maio, alle prese con un voto su Rousseau che ha sconfessato la sua linea (quella di prendersi una pausa ‘elettorale’ saltando le Regionali in Emilia Romagna) e con una leadership che continua a scricchiolare.
Prima dell’incontro al ristorate l’Arancio D’Oro, il Cdm aveva deliberato il nuovo contratto del personale sanitario pubblico, un provvedimento, ha spiegato il ministro Roberto Speranza, che garantirà “più risorse per chi ogni giorno si prende cura della nostra Salute”.
Deliberato anche lo stato di emergenza in 8 città siciliane, messe in ginocchio dal maltempo, nelle provincie di Savona e La Spezia e nella città metropolitana di Genova. Prolungata (di 12 mesi) quello già riconosciuta in Toscana, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Sardegna e Sicilia.
Il Consiglio dei ministri ha bocciato, inoltre, la legge sanità della Calabria perché interferiva con i compiti che il Governo aveva affidato al commissario ad acta “per l’attuazione del piano di rientro del disavanzo sanitario”.
I ministri hanno messo mano anche al protezione civile: sarà più semplice farla intervenire adeguando il suo ordinamento a quello previsto dall’Unione europea.