MILANO – Un incontro privato per parlare del Tub – il Tribunale unificato del brevetto europeo, di cui Milano vorrebbe ospitare una delle tre principali sedi che dovrà traslocare da Londra dopo la Brexit – ma anche del nuovo progetto politico di centro da costruire in vista delle elezioni del 2023. E’ andato infatti in scena questa mattina e a sorpresa il primo faccia a faccia tra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, dopo l’addio del titolare della Farnesina ai 5 Stelle. Un confronto durato oltre un’ora e mezza, avvenuto nell’appartamento di Sala nel centralissimo quartiere Brera. Nessuna dichiarazione del leader di Insieme per il futuro, mentre Sala si è limitato a rispondere ai cronisti “abbiamo parlato del Tub”. Inevitabile, in realtà, un accenno alla situazione politica e alla nuova formazione politica fondata da Di Maio, che punta a coinvolgere amministratori locali e forze dai territori.
Il colloquio, che almeno nelle intenzioni doveva restare top scecret, sarebbe stato infatti un primo step interlocutorio per valutare – da entrambe le parti – l’esistenza di basi per la partenza di un percorso politico comune. Un primo incontro – antecedente però all’uscita di Di Maio dai 5 Stelle – c’era già stato a New York, mentre altri ce ne saranno. Il dialogo, infatti, mira a mantenersi costante. Lo stesso Sala, del resto, nei giorni scorsi non aveva fatto mistero dei contatti con il fondatore di Ipf. Sullo sfondo le manovre per la nascita di un nuovo ‘grande centro’ al quale il sindaco – secondo quanto filtrato dall’incontro – ha confermato di star lavorando. Un soggetto collocato nel centrosinistra, che potrebbe debuttare già alle politiche del 2023, in cui il primo cittadino punta a un ruolo da king maker e non di leader. La volontà di Sala, come più volte ribadito, è infatti di portare a termine il mandato a Palazzo Marino, che scadrà nel 2027.
Intenzioni confermate anche dal segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, arrivato a casa di Sala poco dopo l’uscita Di Maio. “Questo era un incontro previsto sul Tub. Poi abbiamo fatto due chiacchiere sui temi più politici e io ho spiegato al sindaco Sala quello che +Europa e Azione stanno facendo: una federazione, un progetto liberal-democratico, ancorato ai liberali europei, autonomo dalle coalizioni, a maggior ragione fintantoché il Pd insisterà ad avere come interlocutore principale il Movimento 5 Stelle di Conte”, ha detto Della Vedova. Sala federatore? “Al momento è un eccellente sindaco”, ha aggiunto il sottosegretario agli Esteri, ribadendo però il veto su Di Maio (‘è il mio ministro ma andiamo per la nostra strada’). Quello che sembra certo, al momento, è che Sala non farà parte del progetto riformista per il ‘Draghi dopo Draghi’ che ha in cantiere Carlo Calenda. Con Sala, spiegano fonti vicine all’ex ministro dello Sviluppo economico, c’è un buon rapporto umano e di sostegno, ma la distanza politica con i 5 Stelle è totale. “Davvero mi sfugge – si chiede anzi lo stesso leader di Azione – come Beppe Sala possa anche solo pensare che un tandem con Di Maio porti qualche beneficio a lui o al paese. Il centro come ricettacolo di ogni trasformismo non è un progetto politico ma un ufficio di collocamento. Di quelli gestiti dai navigator”.
(LaPresse)