NAPOLI – La gestione delle case popolari nel centro storico nelle mani dei Buonerba, costola dei Mazzarella. Lo di- cono gli inquirenti ed è scritto nell’ordinanza cautelare, che a luglio ha smantellato il ‘cartello’ dominante nel centro storico. Secondo gli investigatori, è l’unico ad avere il monopolio sulla gestione degli alloggi: se una persona ha un problema con la casa, si rivolge direttamente a loro, dietro corrispettivo, o altri interessi e favori. Gli investigatori hanno trascritto conversazioni intercettate per ricostruire le accuse contestate nell’ordinanza cautelare. Va detto che la gestione degli alloggi è una prerogativa dei Buonerba, secondo gli inquirenti. Sempre nell’ordinanza cautelare c’è il caso di una donna, tale Nanà, che si rivolge a Eduardo Buonerba per allontanare l’uomo, che aveva occupato un ‘basso’ nella sua disponibilità, di proprietà del Comune. “Se devo intervenire io, mi deve dare 5mila euro. Li porta qui a casa mia. E io le risolvo il problema. L’alloggio è suo”. Stando all’intercettazione, emerge il timore per un intervento diretto dei Buonerba: “Se lo deve risolvere lei il problema. Non si può passare un guaio per colpa sua”.
Da qui la richiesta: “Se vuole, deve portare qui 5mila euro e l’alloggio sarà suo”. Nessuno sa come andrà a finire. Ma questo passaggio è cristallizzato nell’ordinanza cautelare di luglio. Non è tutto. Sempre secondo la ricostruzione della Procura, Eduardo Buonerba si sarebbe recato davanti all’alloggio conteso. Qui incontra un uomo, che dice di essere il nipote di un poliziotto, proprietario della casa. Ne nasce una vibrante discussione, dove Buonerba sostanzialmente dice: “Io sono Eduardo Buonerba. Non mi importa nulla chi sei e per conto di chi
vieni. Tu hai le carte per dimostrare che la casa sia tua? Altrimenti te ne devi andare. Meglio che sparisci”. Il ragazzo contatta telefonicamente un familiare per farsi porta- re i documenti dell’alloggio, “perché ho un problema con un signore qua”.
Intanto arriva Nanà, dice che quella casa è di una agenzia che lavora per il Comune, chiusa da molti anni. Dunque non poteva essere di loro proprietà. Ma l’interlocutore insiste che da lì a poco avrebbe procurato i documenti per dimostrare che l’alloggio fosse il suo. Alla fine Buonerba si allontana e torna a casa. Nel frattempo matura la convinzione che qualora il ragazzo dovesse dimostrare la proprietà del basso, avrebbe preteso da Nanà il versamento di 5mila euro. In un’altra conversazione Eduardo e Pasquale Buonerba si scambiano dei messaggi whatsapp per una presunta operazione commerciale da compiere, che mirava a ristrutturare un basso di proprietà del Comune per adibirlo a B&B.