CERNOBBIO – A poco più di un mese dal voto europeo e alla vigilia della settimana che vedrà l’esecutivo presentare il nuovo Def, dalla platea del Workshop The European House – Ambrosetti di Cernobbio arriva una decisa stroncatura rispetto all’azione portata avanti fino a questo momento dal governo giallo-verde.
Gli imprenditori bocciano il governo
I duecento imprenditori presenti all’evento, interpellati attraverso il televoto, si esprimono in modo quasi plebiscitario. Per il 39,6% il giudizio è negativo, per il 40,6% molto negativo. Mentre ad assegnare voti dalla sufficienza in su, nel complesso, è meno del 20% dei presenti.
L’esito positivo di un anno fa
Un anno fa, il voto finale al governo uscente era stato ben più lusinghiero: il 53,3% degli intervistati aveva dato un giudizio positivo, il 13% molto positivo. Eppure, prima che vengano proiettati gli esiti della votazione, il rappresentante dell’esecutivo presente a Villa d’Este assicura che il dialogo con il mondo delle imprese è aperto.
“E’ sempre attivo e valido”, spiega ai cronisti Massimo Garavaglia, “in particolare da lombardo con Assolombarda ci si trova spesso. Tant’è che una delle proposte più importanti inserite nel Dl crescita, la revisione dell’Ires, l’abbiamo di fatto concordata con loro”.
Non ci saranno marce indietro
Il viceministro dell’Economia, interrogato rispetto alla richiesta arrivata il giorno prima dagli industriali lombardi – che auspicano una sospensione integrale di “quota 100” – mette comunque in chiaro che non ci saranno marce indietro. “Il popolo vota, lo voleva e noi facciamo quello che abbiamo promesso in campagna elettorale, come è giusto fare”. Riguardo al rischio che il deficit arrivi fino al 2,4%, Garavaglia rimanda alle cifre che verranno presentate nei prossimi giorni: “Lo vedremo col Def”.
L’eventuale attivazione delle clausole di salvaguardia
Mentre in conclusione di giornata, a chi gli domanda se sarà necessaria una manovra correttiva, risponde che “oggi non ci sono le condizioni”. Se poi la crescita sarà inferiore a quella auspicata, conferma, si attiveranno le clausole di salvaguardia da due miliardi di euro concordate con la Commissione europea. Come previsto dalla legge di stabilità.
A pesare è il debito pubblico
La ricerca presentata in mattinata da Ambrosetti mette intanto il dito nella antica piaga del debito pubblico, segnalando come l’attuale rapporto tra l’indebitamento e il prodotto interno lordo sia superiore del 22% rispetto al picco toccato durante la Seconda Guerra Mondiale. Per quanto ancora inferiore del 18% al massimo storico del 2020.
L’obiettivo è promuovere riforme strutturali
Mentre l’ospite più atteso di giornata, Yves Mersch, lancia un nuovo appello ad accelerare sulle riforme strutturali, pur non puntando il faro direttamente sull’Italia. Negli ultimi anni, osserva il membro del comitato esecutivo della Bce, “solo qualche paese si è impegnato in riforme strutturali di portata più ampia. In particolare Grecia e Francia”. Mentre “alcuni paesi hanno perfino rovesciato riforme recenti che erano state progettate per migliorare il buon funzionamento dell’economia. In particolare nelle aree del mercato del lavoro e del sistema pensionistico”.
(LaPresse/di Marco Valsecchi)