di Attilio Celeghini
Roma, 23 apr. (LaPresse) – C’è il Liverpool tra la Roma e la finale di Kiev, in un confronto che ben pochi avrebbero pronosticato ad inizio stagione. E dopo aver disinnescato la potenza di fuoco dell’attacco del Barcellona con l’impresa dell’Olimpico, per continuare il sogno i giallorossi dovranno ancora una volta provare a blindare la difesa dalle avanzate di una squadra che trova la porta con grandissima facilità. Lo si è visto nei quarti con il Manchester City, ma anche in Premier League: solo la banda Guardiola ha numeri più alti nella casella reti fatte, a conferma della grande vocazione offensiva della squadra di Klopp che, sebbene non abbia mostrato continuità di rendimento, non ha mai perso il senso del gol.
Una macchina da gol che ha retto alla partenza di Coutinho a gennaio e che ha in Mohamed Salah, grande ex della sfida, il punto di riferimento dell’arsenale Reds. Per l’egiziano, reso semplicemente devastante dalla cura Klopp, parlano i numeri, strepitosi in campionato (39 reti) e anche in Europa: otto reti e tredici assist. E’ lui l’arma in più di una corazzata offensiva che si è esaltata anche in Champions, con un cammino scintillante: 23 reti realizzate e sei subite nella fase a gironi, nessuna sconfitta nella fase ad eliminazione diretta nella quale il punto più alto è stato ovviamente il doppio trionfo nel derby inglese con il City, una delle favorite al trionfo finale.
Il Liverpool sfiderà la Roma con il tridente completato da Mané e Firmino: sul primo, e su Salah, presumibilmente sarà Manolas ad agire, mentre il brasiliano, grande tessitore delle trame di gioco, sarà guardato a vista da Fazio con il fondamentale contributo di De Rossi. Ma se davanti l’attacco Reds appare devastante, dietro il pacchetto arretrato non sembra proprio un muro. E l’esperienza potrebbe aiutare Dzeko a trovare il varco decisivo. Inoltre il gruppo dei centrocampisti, che non disporrà di quell’Emre Can che a fine stagione potrebbe trasferirsi alla Juventus, se da una parte si mostra letale nell’attaccare gli spazi, dall’altra spesso difetta nel ripiego difensivo, evidenziando uno dei principali difetti del gioco di Klopp. Un punto debole che la Roma deve sfruttare, magari puntando sulle incursioni di uno specialista come Nainggolan. Sulla fascia destra, un giocatore veloce come Florenzi potrebbe impensierire non poco i padroni di casa. Di Francesco dovrà, ovviamente, tenere conto anche dell’aspetto fisico, più che mai fondamentale. E in questo la gioventù del Liverpool potrebbe favorire gli inglesi: la loro età media è di 26 anni, la più bassa delle quattro semifinaliste.
Ma la Roma sta bene e certamente l’impresa di Barcellona è stata benzina per gambe e testa. Il pensiero Champions non ha distratto i giallorossi che, nell’anticipo di sabato, risidegnati saggiamente di Di Francesco con il turnover, hanno battuto in trasferta la Spal in una gara che poteva celare parecchie insidie. Il tecnico ha stupito nel ritorno con i blaugrana presentando un 3-4-1-2, una felicissima intuizione premiata con la più bella prestazione dell’anno. Per il round di Anfield potrebbe riproporlo, mentre l’unico vero dubbio riguarda il ballottaggio Schick-Under (come confermato dal tecnico nella conferenza della vigilia) al fianco di Nainggolan come supporto a Dzeko. Qualora il turco venisse utilizzato nella ripresa per puntare sulla sua freschezza, maglia da titolare al ceco. L’ex Samp è in un buon momento e a Ferrara ha finalmente trovato la prima rete in campionato. Motivo in più per far sorridere Di Francesco, non confortato di certo dai precedenti: nei cinque confronti, solo una vittoria per i giallorossi. Ma domani è sicuramente un’altra storia.