MILANO (LaPresse) – Checco Zalone: “Prendere in giro Salvini-Di Maio non è più irriverente”. Checco Zalone ha curato in incognito la colonna sonora di Moschettieri del Re, il prossimo film di Giovanni Veronesi, nelle sale italiane dal 27 dicembre – storia crepuscolare e scassata dei quattro spadaccini strappati alla pensione – firmandola col suo vero nome, Luca Medici, “quasi musicista”, come si definisce il comico. Lo racconta a Rolling Stone, in edicola dal 5 dicembre, nel corso di un incontro all’insegna dell’umorismo. I Moschettieri del Re sono Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini e Pierfrancesco Favino: quest’ultimo è il protagonista della copertina del prossimo numero di Rolling Stone e ha dichiarato al mensile: “quattro icone prese e messe in una condizione tra la favola e la farsa. C’era qualche momento che mi sembrava i Monty Python”.
A proposito della composizione della colonna sonora del nuovo film del regista toscano, Luca Medici/Checco Zalone racconta: “Giovanni è un ottimo raccontatore di storie. Mentre lui girava io componevo dei temi un po’ dissonanti, glieli suonavo alla tastiera e lui: “Bellissimo! Bellissimo!”. Pensavo mi prendesse per il culo”. Del prossimo film di Checco Zalone sappiamo soltanto che sarà una storia di immigrazione. “Con tutta la cattiveria e il fascismo che c’è in giro” dice, prima di aggiungere che non sarà un film politico. Ma è questo il bello.
“Ho scritto già due canzoni per il film – dice – Una si chiamerà Se t’immigra dentro il cuore”. A più di dieci anni da Zelig, Checco Zalone è rimasto un cantante, dopotutto. “Ma questa adesso è una società liquida! Far ridere prendendo un personaggio in auge ormai è quasi impossibile, più che altro perchè i personaggi forti, i leader, si servono dei nostri stessi media e li sentiamo vicini. Per questo non è più irriverente prendere per il culo Salvini o Di Maio. Già si prendono per il culo da soli”.
Non ti resta che fare il cantante serio. Batterli sul loro terreno. “Noo. I cantanti sono una razza che si prende così sul serio… ho mandato una canzone a Mina e… non ebbi risposta”. Una canzone seria? “Si chiamava L’arteriosclerosi, era per Mina e Celentano. Il tema è bellissimo: loro inneggiano all’anzianità e all’arteriosclerosi perchè grazie a questo vedono nell’altro una persona sempre diversa e quindi l’amore si rinnova ogni giorno. Mina o non l’ha capita o non l’ha voluta”.