Roma, l’Atac e i soldi che sparivano dalle macchinette: undici arresti tra gli addetti alla vigilanza delle casse automatiche

L'ordinanza di custodia cautelare prevede per loro i domiciliari, con le accuse a vario titolo di peculato e simulazione di reato.

Atac beffata dai controllori
Foto LaPresse

ROMA – Sul denaro contenuto nelle casse automatiche dovevano vigilare. Almeno ipoteticamente, o comunque questo era il loro ruolo. Invece, secondo il Tribunale di Roma, intascavano un bel gruzzoletto giorno dopo giorno sottraendolo all’Atac. Per questo motivo, gli uomini della guardia di finanza del Comando provinciale capitolino hanno arrestato 11 persone. L’ordinanza di custodia cautelare prevede per loro i domiciliari, con le accuse a vario titolo di peculato e simulazione di reato. Per altri due soggetti è stato disposto invece l’obbligo di firma.

Undici arresti tra le guardie giurate particolari addette alla vigilanza delle casse automatiche dell’Atac

Secondo quanto emerso dalle indagini, sfociate poi nell’ordinanza di custodia cautelare del gip, gli uomini delle Gpg – guardie particolari giurate – si sarebbero resi protagonisti di grave e reiterate condotte. Si parla, in questo caso, di dipendenti della società di vigilanza che gestisce i servizi di prelievo, ricarica, trasporto e vigilanza dei titoli di viaggio e del denaro delle casse automatiche di proprietà dell’Atac. Ovvero parcometri, biglietterie, macchine distributrici di biglietti bus e metro. Da lì i soldi sparivano costantemente e ad emergere è stato un collaudato sistema criminale.

I soldi che sparivano dalle macchine e il guadagno giornaliero che arrivava anche a 500 euro

Secondo gli inquirenti, gli indagati approfittavano della obsolescenza delle macchine emettitrici di biglietti – altro problema annoso – asportando banconote e monete dalle casse. Anche perché erano perfettamente a conoscenza del fatto che spesso i terminali non rendicontassero i contanti. Lo sostiene il gip. Secondo le stime, ogni giorno il guadagno illecito andava dai 250 ai 500 euro. Per ciascuno degli indagati. I profitti, poi, sarebbero stati utilizzati per acquistare beni di consumo e per finanziarsi le vacanze. Inoltre, quando l’Atac rilevava gli ammanchi in sede di rendicontazione e chiedeva spiegazioni, le guardie si sarebbero giustificate in ogni modo. Anche arrivando a simulare furti, perpetrati o tentati.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome