Caro zio Stan, quando in serata una cara amica mi ha dato la notizia della tua scomparsa sono letteralmente rimasto senza parole. Non perché in fondo non me l’aspettassi, del resto avevi quell’età in cui una notizia del genere è normale, ed è noto che ultimamente avevi avuto qualche problema di salute (forse aggravato da alcuni dispiaceri che non ti saresti meritato). Ma perché, come ogni familiare a cui vuoi davvero bene, non importa quanti anni tu abbia o come tu stia, queste notizie lasciano sempre senza parole.
Perché tu eri questo per me e per tutte le generazioni di ragazzini che si sono nutrite delle tue storie o di quelle della casa editrice che tu hai fondato: uno di famiglia.
Un fratello maggiore per quella prima generazione che negli anni ’60 ha vissuto “in diretta” la rivoluzione che tu, Jack Kirby, Steve Dikto e pochi altri avete portato nel mondo dei Comics, in seguito conosciuta come Silver Age del Fumetto Americano, e uno zio per tutti quelli che siamo venuti dopo e che abbiamo letto le tue storie solo in retrospettiva.
Uno zio un po’ particolare, di quelli un po’ matti e un po’ saggi a cui guardi come un modello, forse anche uno zio un po’ sporcaccione (ancora rido pensando alla tua foto con l’iconica vestaglia di Hugh Hefner), ma pur sempre uno di quegli zii a cui ti senti profondamente attaccato.
Ho detto uno zio? E non è forse uno zio, lo zio Ben, a cui è legata la più famosa delle tue massime? Sì, proprio quello zio Ben di Peter Parker, l’Uomo Ragno, il cui lascito, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” risuona da quella prima apparizione di Spidey su Amazing Fantasy 15, nelle orecchie di Peter, ma anche in quelle di tutti noi che siamo cresciuti anche grazie ai fumetti della Marvel.
Ecco, forse è proprio quella dello zio Ben la figura a cui in fondo ti possiamo accostare (Ben, Stan, in fondo hanno un suono molto similare). Quella dello zio che ha accompagnato la nostra crescita, la nostra adolescenza difficile come è difficile l’adolescenza dei ragazzini di tutto il mondo. Quello zio a cui in fondo dobbiamo molto della nostra crescita, della nostra maturazione, del nostro essere diventati gli uomini che oggi siamo, con le nostre debolezze e le nostre mancanze, come debolezze e mancanze hanno i supereroi da te creati, ma sicuramente migliori di quello che saremmo stati senza di te, consci, come i tuoi personaggi, che il vero eroismo è vivere la vita di ogni giorno con coraggio.
Ed è per questo che ti voglio ringraziare, e prego e spero che il buon Dio abbia perdonato, in virtù dei tanti meriti di cui abbiamo detto, gli eventuali peccati con cui sei arrivato a questo incontro con lui.
E spero un giorno di rivederti e di ridere insieme, e di farti tante piccole e grandi domande che ci portiamo dentro sui personaggi scaturiti dalla tua fantasia io e i milioni di altri che ti hanno rivolto un pensiero alla notizia della tua morte.
Grazie ancora e ciao zio Stan, e come chiudevi sempre tu: Excelsior