Cile, migliaia in piazza con sciarpe verdi per depenalizzazione aborto

Migliaia di persone hanno partecipato a una marcia a Santiago, la capitale del Cile, per chiedere di riformare le leggi sull'aborto attualmente in vigore, in base alle quali l'interruzione di gravidanza è permessa solo in caso di stupro o per motivi di salute.

/ AFP PHOTO / CLAUDIO REYES

Santiago del Cile (Cile), 26 lug. (LaPresse/AFP) – Migliaia di persone hanno partecipato a una marcia a Santiago, la capitale del Cile, per chiedere di riformare le leggi sull’aborto attualmente in vigore, in base alle quali l’interruzione di gravidanza è permessa solo in caso di stupro o per motivi di salute. I dimostranti portavano striscioni e cartelli e intonavano slogan al ritmo di tamburi mentre sfilavano per le strade della città mercoledì sera. Molti indossavano sciarpe verdi, adottando il simbolo lanciato dai sostenitori dell’aborto nella vicina Argentina. I manifestanti cileni chiedono non solo di legalizzare del tutto l’aborto, ma anche che sia gratuito. Si sono ispirati all’esempio dell’Argentina, dove i parlamentari hanno approvato un testo di legge che depenalizza l’aborto. Il Senato ha cominciato a discutere della questione a luglio e una decisione finale è attesa ad agosto, dopo che la Camera ha approvato il provvedimento di misura il mese scorso. Il testo ha incontrato la forte opposizione della Chiesa cattolica.

la legge

In Cile la penalizzazione dell’aborto in ogni sua forma era stata introdotta dall’ex dittatura militare di Augusto Pinochet nel 1989. Quella legge è rimasta in vigore fino al 2017, quando è stato approvato un testo proposto dall’allora presidente Michelle Bachelet che depenalizzava l’aborto in tre casi: stupro, rischio per la vita della madre e disabilità. “Quei tre casi costituiscono solo il 3% degli aborti in Cile e il restante 97% delle donne abortisce quindi in segreto e ad alto rischio, e non possiamo permettere che questo succeda”, afferma Macarena Castaneda, portavoce di un movimento femminista che ha partecipato alla marcia. L’aborto resta perlopiù illegale in America Latina. Solo in Uruguay e a Cuba è del tutto legale, come pure a Città del Messico, la capitale messicana. La maggior parte dei Paesi dell’area ha le stesse regole del Cile, permettendo l’interruzione di gravidanza solo in tre casi. A El Salvador, in Honduras e in Nicaragua, Paesi tradizionalmente cattolici ma dove protestanti e atei sono in crescita, l’aborto resta totalmente vietato.

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome