Cina: tagli alla produzione di acciaio per l’ambiente

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Produzione acciaio
Produzione acciaio

Il governo cinese ha annunciato che continuerà a porre un freno alla produzione di acciaio grezzo anche nel prossimo quinquennio, dal 2026 al 2030, confermando una politica ambientale e di mercato già in atto. Questa decisione è stata formalizzata nell’ambito della preparazione del nuovo Piano Quinquennale di Sviluppo per il settore industriale.

Le restrizioni sono state introdotte per la prima volta nel 2021 con l’obiettivo primario di ridurre le emissioni di carbonio, in linea con gli impegni climatici del Paese. Tuttavia, la misura ha assunto anche una funzione di riequilibrio del mercato interno, afflitto da un eccesso cronico di offerta e da una domanda in forte calo, causata principalmente dalla profonda crisi del settore immobiliare.

La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (NDRC), l’organo di pianificazione statale, ha evidenziato come l’industria delle materie prime, inclusa quella siderurgica, si trovi ad affrontare un notevole squilibrio tra domanda e offerta. Per gestire ulteriormente i flussi commerciali, Pechino ha anche presentato un piano per introdurre un sistema di licenze che, a partire dal prossimo anno, regolamenterà l’esportazione di quasi 300 prodotti legati all’acciaio.

I dati recenti confermano l’efficacia di queste politiche di contenimento. Nei primi undici mesi dell’anno, la produzione siderurgica cinese è diminuita del 4% su base annua. Si stima che il volume totale per l’anno in corso scenderà al di sotto del miliardo di tonnellate, un evento che non si verificava da sei anni.

L’andamento negativo si è intensificato negli ultimi mesi. Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, le acciaierie hanno dovuto implementare ulteriori tagli a causa del peggioramento dei margini di profitto e della contrazione della domanda dal comparto edile. Secondo i dati della China Iron and Steel Association (CISA), nell’ultima decade di ottobre la produzione giornaliera di ghisa e acciaio grezzo è calata rispettivamente del 5,8% e del 9,8% rispetto a metà mese.

Anche a novembre la tendenza al ribasso è proseguita. Il tasso medio di utilizzo degli altiforni cinesi si è attestato intorno all’88%, segnando un calo di circa un punto percentuale rispetto a fine ottobre e di tre punti rispetto a fine settembre. Questo deterioramento si riflette direttamente sulla redditività delle imprese: le vendite di tondini per cemento armato, ad esempio, stanno registrando perdite stimate tra i 50 e i 100 Yuan per tonnellata.

Sul fronte internazionale, le esportazioni cinesi di acciaio sono rimaste sostenute a partire dal 2023, compensando in parte il crollo della domanda interna. Questa strategia ha però provocato la reazione di molti Paesi, che hanno introdotto barriere commerciali per proteggere i loro mercati dall’afflusso di prodotti cinesi a basso costo.

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