Cinema, Bonisoli lo difende per decreto: “Film? Prima in sala, poi in streaming”

Il titolare del ministero dei Beni culturali non ha fatto esplicito riferimento a Netflix, ma è evidente che l'obiettivo sia tutelare le sale cinematografiche mettendo paletti alle altre forme di fruizione dei film

Alberto Bonisoli
Alberto Bonisoli

MILANO (LaPresse) – In poche ore è stato già soprannominato il ‘decreto anti-Netflix’. E’ bastato che il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, annunciasse in un videomessaggio l’imminente firma di un decreto “che regola le finestre in base alle quali i film dovranno essere prima distribuiti nelle sale. E dopo di questo potranno essere distribuiti su tutte le piattaforme che si vuole” per dare la stura a polemiche e preoccupazioni.

La posizione del ministro Bonisoli

Il titolare del ministero dei Beni culturali non ha (ovviamente) fatto esplicito riferimento a Netflix, ma è evidente che l’obiettivo sia tutelare le sale cinematografiche mettendo paletti alle altre forme di fruizione dei film.

Come difendere il cinema

Un modo per incentivare il settore, decisamente in crisi, “lavorando per far sì che la prossima sia la vera estate del cinema italiano”. Per Bonisoli è importante “assicurare che chi gestisce una sala cinematografica sia tranquillo nel poter programmare dei film senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre piattaforme e poter sfruttare a pieno l’investimento che serve”.

Cinema vs streaming

E ovviamente l’Agis, che rappresenta gli imprenditori nei settori dell’esercizio cinematografico, non può che accogliere favorevolmente l’annuncio. “Evitare la concorrenza sleale e rilanciare il cinema come elemento di promozione della cultura è una richiesta che facciamo da tempo e finalmente si è trovata una soluzione che salutiamo con grande piacere”, commenta il presidente Carlo Fontana.

Un passo indietro per Netflix

Per Netflix (e le altre piattaforme) sarà però un passo indietro. Perché se al festival di Cannes non era stata permessa la competizione ai titoli che sarebbero stati proiettati contemporaneamente in sala e su pc e tv, alla Mostra del Cinema di Venezia, invece, la posizione del direttore Alberto Barbera è stata ben diversa.

E’ successo, infatti, per ‘Sulla mia pelle’, l’acclamato film sul caso di Stefano Cucchi. Addirittura, il film vincitore del Leone d’Oro, ‘Roma’ di Alfonso Cuaron, è prodotto da Netflix e arriverà su piattaforma e in sala a metà dicembre. Insomma, la battaglia cinema-streaming continua. Adesso anche per decreto.

di Chiara Troiano

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