Cinema: Favino in ‘Corro da te’, film sull’amore e sulla disabilità

Un quasi cinquantenne in carriera bello, sportivo, single incallito e seduttore seriale. E' il profilo di Gianni, il personaggio interpretato da Pierfrancesco Favino nel nuovo film di Riccardo Milani 'Corro da te' (prodotto da Wildside e Vision Distribution in collaborazione con Sky e Prime Video) che uscirà nelle sale il 17 marzo.

Actor Pierfrancesco Favino poses on the red carpet for the movie 'Promises' at the 16th edition of the Rome Film Fest in Rome, Sunday, Oct. 17, 2021. (AP Photo/Domenico Stinellis)

ROMA – Un quasi cinquantenne in carriera bello, sportivo, single incallito e seduttore seriale. E’ il profilo di Gianni, il personaggio interpretato da Pierfrancesco Favino nel nuovo film di Riccardo Milani ‘Corro da te’ (prodotto da Wildside e Vision Distribution in collaborazione con Sky e Prime Video) che uscirà nelle sale il 17 marzo. Un film sull’amore e sulla disabilità che vede protagonista anche Miriam Leone nel ruolo di Chiara, una donna solare e dinamica, musicista per lavoro e tennista per passione nonostante l’incidente che l’ha resa paraplegica. Sarà proprio l’incontro con lei e i suoi amici, altrettanto sportivi e vitali, a cambiare la prospettiva di Gianni su molte cose: la vita, l’amore, la disabilità in sé. Imparerà che l’unico vero handicap è l’assenza di forza d’animo, per ritrovarsi infine totalmente cambiato sia come uomo che come businessman.

“‘Corro da te’ credo sia soprattutto una storia d’amore. Una commedia romantica e divertente che incontra la durezza della disabilità. Un film che racconta la civiltà del nostro tempo, che purtroppo spesso si esprime attraverso un modello di società che seleziona e coltiva la bellezza fisica, aspirando ad una comunità in cui sono tutti belli e tutti in salute. E quando salute e bellezza vengono meno si rimane fuori”, spiega il regista. “Già dopo i primissimi giorni di riprese -sottolinea- c’era sul set una sensazione di grande complicità. E questo credo sia avvenuto anche per il tipo di storia e di temi che andavamo a raccontare e a mettere in scena”.

Nel percorso di realizzazione del film, Milani ha voluto al proprio fianco le persone che ogni giorno vivono e si occupano del tema della disabilità. Un ruolo affidato alla onlus Pebas, ente no-profit impegnato sui temi dell’inclusione sociale delle persone con disabilità e nella lotta all’eliminazione delle barriere culturali e architettoniche in Italia. E’ stato quindi creato un vero e prooprio team di lavoro che ha coinvolto diverse realtà: dalle Unità Spinali del Niguarda di Milano e Torino alla Fondazione Santa Lucia di Roma, dal Comitato italiano paralimpico fino ad atleti come Stefania Galletti e Sabrina Fornetti.

“E’ stata determinante la presenza costante delle associazioni, delle federazioni sportive per disabili, e di tutte le persone disabili che ci hanno aiutato e partecipato direttamente, sia nella preparazione del film che durante le riprese”, rimarca il regista. “Siamo arrivati così alla fine di questa lavorazione con un ultimo giorno mancante girato a distanza di molti mesi, dopo il primo lockdown nazionale, con un collante speciale a tenerci uniti. E con la sensazione di una piccola comunità che si era formata e aspettava il momento per potersi rivedere. Con la sottile felicità -racconta Milani- per essere stati tra i primi a ricominciare a lavorare dopo mesi di isolamento”. Nel cast ci sono anche Pietro Sermonti, Vanessa Scalera, Pilar Fogliati, Andrea Pennacchi e Michele Placido. Non manca un cameo di Piera Degli Esposti, una delle sue ultime interpretazioni nei panni della nonna di Miriam Leone.

LaPresse

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