TRIESTE (LaPresse) – Fino al primo ottobre sono in corso a Trieste le riprese di ‘Se ti abbraccio non aver paura’, il nuovo film on the road di Gabriele Salvatores ispirato all’omonimo romanzo di Fulvio Ervas. Anche se “la sceneggiatura, e quindi il film, captano e riescono catturare a raccontare il concetto centrale, le emozioni e alcune delle riflessioni” ma in questo nuovo lavoro cinematografico “c’è solo qualche episodio tratto dal libro, che è stato completamente riadattato”, ha spiegato il regista.
‘Se ti abbraccio non aver paura’, il nuovo film di Gabriele Salvatores
Si tratta del quarto film che il Premio Oscar ha ambientato in Friuli Venezia Giulia. Dopo i due “Ragazzo Invisibile” e “Come Dio comanda”. Nel cast ci sono delle vecchie conoscenze. “Sono molto contento di tornare a fare un film con degli attori che amo come Diego Abatantuono e Valeria Golino – ha detto il regista – cui ho già avuto avventure in viaggio, anche Messico. Dove fra l’altro era coinvolto anche Mauro Pagani (assoldato per questo nuovo progetto) perché abbiamo fatto Puerto Escondido. Insomma abbiamo rimesso insieme la band”.
Fra i protagonisti presenti insieme a Salvatores alla conferenza stampa organizzata oggi a Trieste, anche Claudio Santamaria, alla prima esperienza col regista, e un fresco e vivace Giulio Pranno, che interpreta un ragazzo autistico.
L’essenza del film: imparare ad amare chi è diverso da noi
“Non è un film sull’autismo” ci tiene però a precisare Salvatores. “C’è un ragazzo autistico, ma non è questa la cosa centrale secondo me”, spiega il regista. “Non vorrei dire molto della trama. Ma posso anticipare che questo ragazzo, un po’ come il pifferaio di Hamlin. Si trascina dietro tre adulti che hanno bisogno di fare il punto sulla propria vita e su dove sono arrivati. Li costringe ad affrontare ciò che hanno vissuto. Sinterizzando, direi che è un film su come sia possibile capire e amare anche chi è molto diverso da noi”.
Il romanzo e la trasposizione cinematografica: le differenze
Rispetto al romanzo originale è stata cambiata anche l’ambientazione.
“Inizialmente pensavamo di girare fra gli Stati Uniti e il Messico perché c’è bisogno di un confine che viene superato dai protagonisti del film. Ma sono entrato in crisi con questa idea. Il progetto trae origine da un libro italiano, con sceneggiatori italiani e un regista italiano. Perché dovremmo regalargli l’ennesima storia e farla là?” ha dichiarato Salvatores oggi a Trieste.
“Come si fa poi a girare un altro film nel deserto americano, come si fa a trovare delle immagini nuove?” ha aggiunto il regista. “L’unico film che mi viene in mente ambientato negli Stati Uniti che poteva assomigliargli lo ha già fatto Wim Wenders, si chiama ‘Paris Texas'”.