“Fino al 2006 era vicino a Michele Zagaria”. Poi a trascinare Domenico Pagano, fratello dell’ex sindaco Nicola, nel mondo Schiavone, sarebbe stato Giacomo Capoluongo. A raccontare il presunto cambio di casacca dell’imprenditore è stato Nicola Schiavone, da luglio collaboratore di giustizia. “Si registrò una rottura tra Giacomo e Zagaria”.
Il passaggio
Fu così che il sanciprianese iniziò ad avvicinarsi al figlio di Sandokan. “Capoluongo portò ‘in dote’ una serie di conoscenze imprenditoriale fra cui, appunto, quella di Pagano che mi fece conoscere e da quel momento divenne un mio imprenditore di riferimento”. Ma il fratello del già primo cittadino di Trentola avrebbe continuato parallelamente “ad avere rapporti con Zagaria, corrispondendogli – ha chiarito il primogenito di Francesco Schiavone – delle somme di denaro su lavori a lui assegnati precedentemente”. “Per questo – ha aggiunto il pentito – sentii il dovere di comunicare a Michele Zagaria questa novità e rimanemmo che i lavori che Pagano avrebbe svolto sui territori di competenza di Zagaria, sarebbero stati chiusi con Zagaria nel senso che la quota sarebbe stata assegnata a lui. Per tutti gli altri territori, invece, avrebbe ‘chiuso’ con me e fatto affari con me ove ci fosse stata la necessità”.
L’affare capuano
E tra gli ipotizzati business che Pagano ha realizzato con Schiavone spunta quello capuano relativo alla compravendita del palazzo delle ‘Cento persone’, situato nel corso Gran Priorato di Malta. Di quell’edificio alla Dda ha parlato negli anni scorsi anche il pentito Francesco Barbato nel corso di un’udienza del processo ‘Medea’ a carico di Pino Fontana (condannato in primo grado per associazione mafiosa).
La nuova accusa
Il fratello dell’ex sindaco di Trentola, stando alle dichiarazioni di Schiavone, avrebbe riciclato pure i soldi di Nicola Pirozzi. “Me lo disse Nicola detto ‘picciuotto’ di Trentola Ducenta. Per farle capire chi è costui – ha raccontato il collaboratore di giustizia al pm Maurizio Giordano – le dico che si tratta di una persona che, pur non essendo retribuita mensilmente da me, era particolarmente vicina al mio clan. Ad esempio mi metteva a disposizione il suo deposito, la sua abitazione e mi passava notizie sui movimenti di Zagaria a Trentola Ducenta”.
Le informazioni rese da Schiavone al pm Giordano sono state inserite tra gli atti di inchiesta sul Comune di Capua che hanno portato in cella cautelarmente Carmine Antropoli per concorso esterno al clan.
Il nome di Domenico Pagano nelle scorse settimane è stato tirato in ballo da Schiavone pure nel corso del processo a carico del fratello Nicola, accusato di concorso esterno al clan dei Casalesi, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Roberto Donatiello del tribunale di S. Maria Capua Vetere.
L’imprenditore Pagano, Pirozzi e Capoluongo menzionati dal figlio di Sandokan sono innocenti fino a prova contraria.
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