CASAL DI PRINCIPE – Da cellula criminale legata al clan dei Casalesi a gruppo mafioso autonomo: è l’evoluzione che, secondo la Dda di Venezia, avrebbe avuto la gang diretta da Luciano Donadio e Raffaele Buonanno in oltre 20 anni di attività nella zona di Eraclea. Il percorso compiuto da questa ipotizzata cosca è stato tracciato dai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccagnini nel corso del dibattimento che ha coinvolto 46 imputati. Un percorso scandito, sostiene l’accusa, da usura, estorsione, smercio di banconote false, bancarotta e utilizzo di armi (i reati che, oltre all’ipotesi di associazione mafiosa, sono contestati a vario titolo proprio a chi sta affrontando il processo). Un percorso che ha portato la Dda di Venezia, a conclusione della requisitoria (durante 5 udienza), ad invocare complessivamente oltre 450 anni di carcere. Per il presunto leader della gang malavitosa, Donadio, originario di Casale, sono stati chiesti 40 anni di carcere. Stessa pena proposta per Buonanno, di San Cipriano d’Aversa e per Antonio Pacifico, originario di Napoli. Per Adriano e Aldo Donadio, figli di Luciano, sono stati chiesti, invece, 9 anni e 6 mesi a testa. Otto anni e 4 mesi la pena invocata dalla Dda per Michela Basso, 20 anni e 3 mesi per Antonio Buonanno, pure lui sanciprianese, 12 anni e 9 mesi per Franco Breda e 9 anni e 6 mesi per Raffaele Celardo. Chiesti, inoltre, 4 anni e 8 mesi per Angelo Di Corrado, 9 anni e 6 mesi per Giorgio Di Giacomo, 10 anni per Carmelo Floridia, 13 anni e 2 mesi per Pietro Morabito, 23 anni e 3 mesi per Luigi Paoli. Invocati 12 anni per Costantino Posito, 15 anni e 8 mesi per Giuseppe Puoti di Villa di Briano, 9 anni e 6 mesi per Mauro Secchiati, 11 anni e 6 mesi per Paolo Valeri, 8 anni e 4 mesi per Renato Veizi, 4 anni e 7 mesi per Claudia Zennaro, 10 anni e 3 mesi per Samuele Faè, 7 anni per Marco Donati, 9 anni per Denis Poles, 2 anni e 9 mesi per Vincenzo Centineo, 4 anni per Mirco Mestre, ex sindaco di Eraclea, 6 anni per Emanuele Zamuner, 6 anni e 3 mesi per Michele Pezone di Aversa, 6 anni e 8 mesi per Angelo Primo Sciortino, 7 anni e 6 mesi per Andrea Giacoponello, 4 anni e 6 mesi per Filomena Iorio, 8 anni e 6 mesi per Antonello Franzin, 6 anni e 6 mesi per Vittorio Orietti; 6 anni e 6 mesi per Angelo Nopetti, 7 anni e 6 mesi per Milva Zangrando, 4 anni e 6 mesi per Emiliano Pavan, 4 anni e 10 mesi per Erges Hyso, 5 anni e 6 mesi per Elena Norha Valencia, 10 anni per Claudio Casella, 7 anni e 10 mesi per Manuel Franchellucci, 6 anni per Giuseppe Daniel, 6 anni per Slobodan Ivkovic, 13 anni per Lefter Disha, 11 anni per Elton Koka, e 8 anni per Fabio Sartorel.
Nel collegio difensivo, tra gli avvocati impegnati figurano Raffaele Vanacore, Giuseppe Brollo, Giuseppe Stellato, Antonio Sforza, Emanuele Fragrasso, Alberini, Gentilini, Porta e Stefania Pattarello.
L’inchiesta che ha trascinato i 44 imputati a processo, condotta da polizia e guardia di finanza, nel febbraio del 2019 sfociò in 50 misure cautelari coinvolgendo anche altre 32 persone a piede libero.
Oltre a documentare le presunte condotte violente che il gruppo di Donadio, legato ai Casalesi, avrebbe commesso ai danni di imprenditori veneti, sono emerse pure ingerenze nell’attività politica di chi guidava il territorio.
Se per Donadio, Buonanno e per gli altri 44 che nelle scorse ore hanno ascoltato la requisitoria dei pm, l’iter giudiziario è sostanzialmente ancora all’inizio, per chi, travolto dalla stessa indagine, qualche anno fa scese di essere giudicato con rito abbreviato, evitando il dibattimento, il processo è già chiuso: la scorsa settimana infatti la Cassazione ha confermato le 19 condanne che aveva emesso la Corte d’appello rendendole irrevocabili.
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