Le banche europee sono ancora lontane sulla gestione dei rischi derivanti dagli impatti dei cambiamenti climatici. Questo in sostanza il principale elemento che emerge dall’analisi messa a punto dalla Bce in una revisione tematica ad hoc.
Secondo la Banca centrale europea adesso – attraverso il raggiungimento di una serie di tappe lungo una road map – le banche dovranno “progressivamente” soddisfare tutte le aspettative sulla gestione dei rischi climatici entro il 2024.
La revisione messa a punto dalla Bce ha l’obiettivo di “verificare se le banche identificano e gestiscono adeguatamente i rischi climatici, ambientali, come per esempio la perdita di biodiversità”. Un approfondimento riguarda poi “le strategie e la governance” messa in campo sui processi di gestione del rischio.
In base all’analisi della Bce infatti “nonostante i miglioramenti le banche devono ancora identificare e gestire meglio i rischi sul clima e sull’ambiente”; ma ritiene che “le buone pratiche nel settore bancario dimostrano come siano possibili rapidi progressi”.
Dallo studio emerge che, “anche se l’85% delle banche ha messo in atto almeno delle pratiche di base nella maggior parte dei casi, mancano ancora informazioni e metodologie specifiche sul clima”. Inoltre preoccupa “la capacità di esecuzione” della maggior parte banche: “l’effettiva attuazione delle pratiche” sul clima è “ancora in ritardo”.
Il risultato – osserva la Bce – è che “le banche continuano a sottovalutare significativamente l’ampiezza e l’entità dei rischi” sul clima, e che “quasi tutte le banche, il 96%, ha dei punti ciechi” a cominciare dalla loro identificazione.
E’ per questo che la Bce ha fissato delle scadenze specifiche per gli istituti bancari affinché possano raggiungere “il pieno allineamento con le aspettative richieste” entro la fine del 2024.
I punti cardine delineati dalla road map messa a punto dalla Bce sono tre: due step entro il 2023, e l’ultimo per la fine del 2024. Il primo riguarda una valutazione sugli impatti. Il secondo aspetto è relativo all’inclusione di clima e ambiente nella governance. Il terzo fa riferimento alla piena integrazione all’interno della definizione del capitale.
Il percorso indicato dalla Bce parte da “una prima fase” in cui ci “si aspetta che le banche classifichino adeguatamente i rischi climatici e ambientali, e conducano una valutazione completa sul loro impatto rispetto alle attività delle banche entro marzo 2023”. C’è poi “una seconda fase” in cui è previsto che “le banche includano clima e rischi ambientali nella loro governance, strategia, e gestione del rischio” entro la fine del 2023. Un punto – rileva la Bce – che alcune banche hanno già iniziato a portare avanti, pianificando “la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio” e un “impegno con i propri clienti”; ma “l’approccio attendista prevale ancora nella maggior parte” dei casi. Terzo punto, è riuscire “a soddisfare tutte le restanti aspettative sui rischi climatici e ambientali” entro la fine del 2024, incluse la piena integrazione all’interno del capitale e gli stress test.
Le scadenze – avverte la Bce – “saranno attentamente monitorate e, se necessario, verranno presi provvedimenti; le autorità di vigilanza stanno già includendo i risultati climatici e ambientali delle banche nel Processo di revisione e valutazione (Srep)”.
La Bce ha imposto requisiti qualitativi vincolanti a più di 30 banche nello Srep annuale. Nel 2022 per un ristretto numero di banche, l’attenzione alla gestione dei rischi climatici ha già avuto un impatto sul loro punteggio Srep.
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