Clima estremo, allarme Campania

LaPresse15-09-2013 Isola del GiglioCronacaIsola del Giglio, spettacolari immagini di una tromba d'ariaLaPresse2013 September, 15NewsWaterspout on Giglio Island near Costa Concordia

NAPOLI – Grandinate che devastano i raccolti, smottamenti e frane causate dalle numerose bombe d’acqua, trombe d’aria che devastano le città e centinaia di crolli, tra alberi ed edifici, a causa del maltempo estremo: è allarme in Campania dove il riscaldamento globale e la tropicalizzazione del clima hanno portato a registrare un aumento degli eventi metereologici distruttivi.
I danni diventano più consistenti ogni anno che passa. I dati registrati sono sempre più allarmanti. Dalle colture alle infrastrutture del territorio: costi per centinaia di milioni di euro. Una ferita inferta alla Campania che si allarga ogni giorno che passa e che, a lungo andare, diventerà insanabile. Uno scenario per cui Legambiente lancia l’allarme. “Il 2022 in fatto di eventi climatici estremi è da codice rosso – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente dell’associazione – Se non si interviene al più presto rischiamo nei prossimi anni un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale”.

Più di 70 eventi estremi registrati in soli 10 anni
Con più di venti trombe d’aria, altrettanti allagamenti e ben cinque esondazioni fluviali sono evidenti le conseguenze del riscaldamento globale in Campania. Più di 70 gli eventi estremi registrati dal 2010 al 2022. Caldo record nei mesi estivi e piogge sempre più intense, notti tropicali, grandinate estreme e trombe d’aria sempre più violente. Una escalation che preoccupa le amministrazioni e aumenta il rischio idrogeologico di un territorio che si rivela troppo fragile rispetto alla forza degli eventi. Soltanto negli ultimi dieci anni sono state registrate 25 danni da trombe d’aria, 21 allagamenti dovuti a forti temporali, 14 danni consistenti a infrastrutture o al patrimonio culturale e ben 5 esondazioni fluviali.

Allarme Napoli: aumentano temperatura e instabilità
La provincia di Napoli è quella più fortemente colpita dagli eventi climatici estremi. In dieci anni il maltempo ha portato allo stop di metropolitane e treni urbani e causa delle avverse condizioni metereologiche. Disastro per Torre Annunziata, che detiene la maglia nera: soltanto negli ultimi anni sono state registrate 8 trombe d’aria, che hanno causato danni ingenti a stabilimenti balneari, esercizi commerciali ed abitazioni private. Negli ultimi trent’anni la provincia di Napoli ha subito un aumento della temperatura media di circa un grado e mezzo, un trend comune a gran parte delle città italiane. Le ‘notti tropicali’, in cui cioè la temperatura non scende al di sotto dei 20 gradi, sono aumentate di 62 unità. Secondo gli esperti a Napoli si prevede un aumento di temperatura media di due gradi centigradi con 50 giorni di ondate di caldo estremo in più.

Campania dai ‘piedi d’argilla’: non bastano 500 milioni
Nonostante quasi mezzo miliardo di euro investiti negli ultimi dieci anni la Campania fatica a uscire dalla crisi in cui sta lentamente scendendo. Grave, soprattutto se si considera che si tratta di una delle regioni che ha ricevuto la maggior parte dei finanziamenti totali, pari a poco meno di 6 miliardi. Sono 381 gli interventi messi in campo fino ad oggi. Non abbastanza per il territorio, che si rivela ancora troppo fragile e dai ‘piedi d’argilla’. Cambiamento climatico e dissesto idrogeologico sono due facce della stessa medaglia. Nessuna delle quali guarda alla Campania in maniera favorevole. La piogge intense che si verificano, per ora, ogni 10 anni potrebbero arrivare ogni 4. Inevitabili le criticità legate al difficile drenaggio dell’acqua piovana. Un futuro che si prospetta pieno di voragini in strada ed edifici meno stabili a causa delle infiltrazioni di acqua piovana. Un quadro a tinte fosche per la Campania la quale, in mancanza di un piano di recupero e prevenzione per far fronte agli eventi estremi causati dal riscaldamento globale, si ritroverà letteralmente con ‘l’acqua alla gola’.

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