Clima: la regione araba si scalda il doppio del mondo

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Emergenza climatica
Emergenza climatica

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ha lanciato un allarme con il suo primo rapporto sul clima nella regione araba. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato per l’area, con una temperatura media che ha superato di 1,08 °C il valore di riferimento del periodo 1991-2020.

Secondo il report “State of the Climate in the Arab Region 2025”, la regione si sta riscaldando a un ritmo quasi doppio rispetto alla media globale. Dal 1991 al 2024, le temperature sono aumentate di circa 0,4 °C per decennio, un’accelerazione evidente.

Le anomalie termiche più significative hanno interessato il Nord Africa, dove la temperatura massima ha superato di 1,23 °C la media 1991-2020. Picchi di oltre 2 °C sopra la media sono stati osservati in Algeria settentrionale, sui Monti dell’Atlante in Marocco e in Tunisia.

Il dato più allarmante è stato rilevato proprio in Algeria, con un’anomalia di 1,64 °C superiore alla media degli ultimi trent’anni, rendendo il paese un epicentro del riscaldamento nell’area.

La regione araba, composta da 22 stati, si estende tra Nord Africa, Vicino Oriente e Penisola Arabica. Quest’area vasta, con climi che vanno dal mediterraneo all’iper-arido, è estremamente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico.

Nel corso del 2024, gli eventi meteorologici estremi hanno avuto conseguenze drammatiche: si sono contate almeno 300 vittime e 3,77 milioni di persone sono state colpite direttamente. Yemen, Somalia, Sudan, Iraq e Siria figurano tra i paesi che hanno subito i danni maggiori.

Le inondazioni, con 22 eventi registrati, sono risultate il pericolo più frequente, seguite dalle ondate di calore. Il rapporto sottolinea però che i costi reali, economici e umani, di questi disastri sono probabilmente sottostimati.

La siccità è diventata un’emergenza persistente, specialmente in Nord Africa. Marocco, Algeria e Tunisia hanno affrontato un grave e prolungato deficit di precipitazioni, con condizioni definite estreme nel nord-ovest dell’Algeria e nel nord del Marocco.

Questa carenza idrica ha avuto un impatto negativo diretto sulle risorse d’acqua e sulla produzione agricola, con gravi conseguenze per la sicurezza alimentare.

Anche l’innalzamento del livello del mare rappresenta una minaccia concreta. Le misurazioni indicano che nelle aree oceaniche circostanti la regione, il livello è aumentato a un ritmo superiore alla media globale.

In particolare, nel Mar Rosso, nel Golfo Arabico e lungo la costa somala, è stato registrato un tasso di crescita di circa 4,0 mm all’anno tra il 1993 e il 2024, un valore nettamente superiore al dato mondiale.

Nonostante il quadro preoccupante, il 59% dei paesi della regione dispone di sistemi di allerta precoce. Tuttavia, il rapporto evidenzia lacune nella copertura territoriale e nella comunicazione del rischio, un segnale che richiede investimenti urgenti per migliorare la resilienza.

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