ROMA – Nessun dubbio su quale sia la parte del campo in cui stare. Mario Draghi dà ragione a Greta Thunberg e ai giovani ambientalisti che – sotto lo sguardo attento di diversi grandi della terra, dal premier britannico Boris Johnson al segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres – lanciano i loro atti di accusa e le loro proposte per salvare il pianeta. L’occasione è la giornata conclusiva dello ‘Youth4 Climate: Driving Ambition’, a Milano. Il premier, primo dell’inizio dei lavori, incontra l’attivista svedese e le ‘colleghe’, Vanessa Nakate e Martina Comparelli. “E’ andata benissimo”, commenta, mentre Greta e compagne rivelano la “promessa” del capo del Governo italiano di far sentire la propria voce al G20, in modo da “accelerare” il piano climate funding da 100 miliardi di dollari. L’ex uomo di Francoforte, insomma, non si nasconde e torna pure sul ‘bla bla bla’ con il quale Greta aveva bollato le chiacchiere dei leader arrivando al pre Cop26: “A volte è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di agire. Ma quando ci sono queste trasformazioni epocali, è necessario convincere le persone che l’azione è necessaria. La mia sensazione è che i leader dei governi oggi siano tutti convinti che è necessario agire ed è necessario agire adesso”.
Draghi, rivolgendosi a quella che definisce la “generazione più minacciata dai cambiamenti climatici”, lo dice chiaro: “Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione, a chiedere un cambiamento. L’attuale andamento – ammette – ci dice che non stiamo riuscendo a mantenere la nostra promessa di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi”. Di qui l’impegno di agire “più velocemente – molto più velocemente – e con più efficacia” perché “la transizione ecologica non è una scelta, è una necessità”. Per il presidente del Consiglio i grandi della terra si trovano di fronte a un bivio: “O affrontiamo adesso i costi di questa transizione.
O agiamo dopo – il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico”.
Ecco perché l’Italia ha intenzione di concentrarsi sulla transizione digitale e di farlo in modo “equo e inclusivo”, sostenendo le classi più disagiate. Il capo del Governo ricorda il 40% delle risorse del nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stanziate per la transizione ecologica, con l’obiettivo di aumentare la quota dei rinnovabili, rendere più sostenibile la mobilità, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e proteggere la biodiversità. Molto, poi, Draghi punta sul vertice di fine ottobre a Roma: “A livello di G20, vogliamo prendere un impegno per quanto riguarda l’obiettivo di contenere la temperatura al di sotto di 1,5 gradi”, anticipa, invitando poi la comunità internazionale a “rispettare l’impegno di donare 100 miliardi di dollari per sostenere i Paesi in via di sviluppo”, naturalmente più esposti ai cambiamenti climatici. “Dobbiamo agire adesso – dice rivolgendosi agli attivisti riuniti a Milano da tutto il mondo – Sono convinto che abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee, i vostri suggerimenti e la vostra leadership. La vostra mobilitazione è stata di grande impatto, e potete starne certi: vi stiamo ascoltando”.
di Nadia Pietrafitta