NAPOLI – Pianura, periferia occidentale, ancora un fronte di guerra. L’ultimo episodio è avvenuto domenica sera in via Giovanni Brancaccio, dove si sono registrati colpi d’arma da fuoco. Nella zona, un’area di case popolari già tristemente nota per precedenti episodi di violenza, vicende del genere non sono una novità. Eppure, questo nuovo episodio sembra segnare un punto di non ritorno. Non si tratta di un agguato mirato, ma di una vera e propria “guerra delle finestre”. Colpi esplosi in aria o contro gli edifici, senza un obiettivo preciso, ma con il chiaro intento di guadagnare posizioni, segnare il territorio e inviare un messaggio. La dinamica lascia poco spazio a dubbi: stiamo parlando di un messaggio camorristico, di una ritorsione che si inserisce in un contesto di continua instabilità criminale, dove la paura si insinua tra le mura delle case e rende la vita quotidiana un campo minato. Le sparatorie sono diventate quasi una routine a Pianura. I residenti, quelli che vivono nel quartiere e nelle zone limitrofe, raccontano di una situazione ormai insostenibile. Le strade, soprattutto di sera, sono un campo pericoloso, meglio evitarle per non finire sulla traiettoria di qualche proiettile vagante.
E’ un coprifuoco imposto, in maniera implicita, dalla camorra: nessuno osa più avventurarsi all’esterno dopo una certa ora. Le voci si rincorrono, ma la sensazione di insicurezza è palpabile. Non solo i cittadini, ma anche i commercianti, spesso costretti a chiudere prima per evitare di trovarsi nel bel mezzo di uno scontro a fuoco. I colpi di domenica sera, che la polizia di Stato ha repertato sul posto grazie all’intervento della Scientifica, non hanno causato feriti, ma hanno lasciato sul terreno diversi bossoli, tracce concrete di una tensione crescente. Un altro segnale di una guerra sotterranea che si combatte tra le ombre dei palazzi, con armi e intimidazioni, in una zona già martoriata da episodi simili. Nessun danno visibile, ma un altro pezzo del puzzle di una realtà sempre più complessa da decifrare. Quella di domenica sera è una delle più classiche ‘stese’, un’azione compiuta per dare un messaggio chiaro: chi controlla il territorio, ora, sono loro. Le forze dell’ordine sono ormai abituate a fronteggiare l’ennesima lotta tra bande criminali, ma quello che sta accadendo ora potrebbe segnare un cambiamento sostanziale negli equilibri di camorra del quartiere. L’area di Pianura, infatti, ha visto negli ultimi anni il disgregarsi di alcuni dei principali clan che per decenni hanno governato la zona: i Marsicano-Esposito e i Carillo-Perfetto.
Con l’arresto di Massimo Santagata, un giovane criminale che aveva preso in mano le redini di una delle fazioni più influenti, il vuoto di potere lasciato ha aperto la strada a nuovi sviluppi, tra cui il ritorno alla ribalta dei Carillo-Perfetto. Proprio in questo contesto di riassetto criminale si inserisce l’omicidio di Gennaro Ramondino, il 20enne brutalmente ucciso da un 16enne. Secondo quanto emerso, Ramondino avrebbe cercato di prendere il posto di Santagata, dando vita a una lotta per il controllo che ha scatenato nuove faide interne. A complicare ulteriormente la situazione c’è stato il recente allontanamento tra i Carillo e i Perfetto, clan storicamente alleati, che sembra essere stato provocato dalla condanna all’ergastolo di Vitale Perfetto, boss dei Perfetto, per un omicidio. L’odierna faida, inoltre, non sarebbe solo tra clan. Un altro giovane, apparentemente senza legami con i vecchi gruppi, avrebbe preso il posto di Santagata, ma il suo ingresso nel mercato della droga e delle estorsioni avrebbe sollevato malumori anche tra i pregiudicati “storici” della zona. La situazione è poi peggiorata quando questo nuovo esponente ha avuto un contrasto, sembrerebbe per motivi personali, con uno degli uomini più temuti del quartiere. Questo avrebbe portato a un’ulteriore escalation, con il sostegno dei Carillo, pronti a intervenire in difesa del loro territorio. Il risultato è quello che i residenti temevano: una zona ormai fuori controllo, dove la camorra torna a imporsi con la violenza e con l’intimidazione, usando le armi per ribadire la propria presenza.
La lotta per il potere tra bande diverse continua a rendere Pianura un campo di battaglia silenzioso, in cui la vita dei cittadini diventa sempre più insostenibile. Le forze dell’ordine, seppur presenti, faticano a mantenere l’ordine in un contesto così frammentato e pericoloso. La sensazione che per il quartiere ci sia un futuro sempre più incerto è ormai una realtà condivisa. Le istituzioni, mentre cercano di riportare la calma, devono fare i conti con un’emergenza che non accenna a diminuire. Nel frattempo, le famiglie di Pianura continuano a vivere con il terrore di un’altra sparatoria, di un altro colpo di pistola, di una nuova faida che potrebbe mettere a rischio la loro sicurezza. Pianura sta vivendo una guerra invisibile, una guerra che si combatte tra i palazzi, dove la vita e la morte sono questioni di pochi centimetri.