Como: abusivismo finanziario e truffe in diverse regioni, 2 fermi

Foto LaPresse

MILANO – La guardia di finanza di Como ha eseguito stamattina due ordini di custodia cautelare in carcere e arresti domiciliari, provvedendo anche ai sequestri preventivi emessi dal gip su richiesta della Procura nei confronti di due cittadini italiani domiciliati a Como, componenti, rispettivamente, del cda e del Comitato di Sorveglianza della Ixellion, società originariamente di diritto estone e attualmente con sede in Lussemburgo, nonché componenti del Consiglio di Amministrazione di altre società con sede all’estero. I due sono accusati di truffa, abusivismo finanziaro e autoriciclaggio.

I finanzieri hanno provveduto anche al sequestro del presunto profitto stimato in circa 1,15 milioni di euro, oltre a somme di denaro e i beni immobili siti in Como nella disponibilità degli indagati e del valore sproporzionato rispetto ai redditi da questi dichiarati, nell’attuale stato delle indagini preliminari stimato in circa 2.250.000. Sequestrato anche il il sito Internet e la App informatica, entrambi riconducibili alla società in questione.

A far partire le indagini la denuncia querela presentata da alcuni degli investitori che poi sono stati sentiti, oltre a intercettazioni di conversazioni.

– I due indagati sono accusati in particolare di truffa ai danni di numerosi investitori residenti in varie parti d’Italia (alcuni di questi creditori di altra società). In particolare, tramite il sito della Ixellion, email e pubblicità su giornali finanziari avevano fatto credere che la società fungesse da holding di un gruppo di aziende operanti nel settore dell’innovazione tecnologica e che era prossima la sua quotazione in borsa, ipotesi questa a oggi non verificatasi, indicando, nell’ambito di periodi diversi, varie piazze europee come Francoforte, Monaco, Malta, Parigi, Vienna, Lussemburgo.

Sul sito della società inoltre era stato pubblicizzato un asset mobiliare consistente in filamenti di nickel utilizzati nel settore aeronautico con un presunto valore di oltre 2 miliardi di euro. In tal modo, gli investitori erano indotti alla sottoscrizione di acquisto delle azioni Ixellion mediante cessione di crediti o acquisto diretto.

Gli strumenti finanziari si sono invece rivelati avere di nullo valore o comunque notevolmente inferiore rispetto al valore attribuito in sede di contrattazione, mentre gli acquirenti sono stati nel tempo invitati a mantenere l’investimento attraverso aggiornamenti periodici – ritenuti inattendibili – sulle procedure adottate per la quotazione in borsa. Per tale reato è stata disposta la custodia cautelare in carcere per il componente del Board della Ixellion e degli arresti domiciliari per il componente del supervisory board della società, nonché il sequestro, mediante oscuramento, del sito internet della società.

Altro reato contestato ai due indagati è l’abusivismo finanziario per avere svolto, senza autorizzazione, servizi di investimento e – prospettando la prossima quotazione in borsa della Ixellion (che non risulta avvenuta alla data di emissione dei provvedimenti cautelari) presso varie sedi finanziarie di volta in volta indicate in Monaco, Francoforte, Parigi, Malta, Lussemburgo – promosso, nonché collocato, presso almeno 160 investitori, anche tramite il sito della Ixellion, email e sui giornali finanziari), azioni della società in questione a un prezzo oscillante tra 0,40 euro ed un euro ad azione.

Infine, è stato contestato anche il reato di autoriciclaggio, anche a mezzo di dispositivi home banking, di parte dei circa 4 milioni di euro erogati dagli investitori delle azioni Ixellion, confluiti su di un conto corrente tedesco intestato a una società, Gus investment, controllante della Ixellion e comunque riconducibile ai due indagati, visto che il componente del comitato di sorveglianza della Ixellion detiene il patrimonio sociale della socetà tedesca mentre il componente del Consiglio di Amministrazione è abilitato aoperare da remoto sul conto corrente tedesco in attività economiche, imprenditoriali, speculative (acquisto di autovetture di grossa cilindrata intestate ad altra società ma sempre riconducibile agli indagati, di metalli pregiati quali nickel ed oro, di materiale hardware, nonché di spettrometri fluorescenti.

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