MONDRGONE – Il caso era scoppiato mentre le votazioni erano ancora in corso. Parliamo di quelle del 12 e 13 giugno scorso. I cittadini erano chiamati alle urne per eleggere sindaco e nuovo consiglio comunale. Alcuni movimenti insoliti, registrati nei pressi di una stazione di servizio, avevano insospettito diversi residenti. E in pochi minuti si innescò un tam tam nelle chat di video e foto: cosa avevano ripreso? Corpose file di auto che si fermavano alle pompe e i conducenti delle vetture che parlottavano con alcune persone lì presenti per poi filare via. Si temeva che si stesse consumando voto di scambio. In che misura? Soldi e rifornimenti di carburante gratis se tracciavano sulla scheda (l’ipotesi, per carità, è tutta ancora da dimostrare) il nome di un candidato della coalizione guidata da Francesco Lavanga (il vincitore delle Amministrative). Ad urne chiuse gli inquirenti, ora, vogliono vederci chiaro. Ed è naturale che abbiano aperto un fascicolo di inchiesta. I carabinieri, a quanto ci risulta, hanno preso i video registrati da alcune telecamere presenti nella zona della stazione di servizio ed anche vari cellulari. Da messaggi ed immagini si spera di far luce sulla vicenda. Non è da escludere che l’attività investigativa vada a sgonfiare l’ipotesi di reato. Serve tempo.
Abbiamo chiesto anche a Lavanga di commentare la vicenda. Ma, dopo aver concordato un appuntamento telefonico per affrontare il caso, il nuovo sindaco di Mondragone non si è fatto più sentire.
Comunali a Mondragone, l’ombra del voto di scambio
Sotto i riflettori le attività svolte in una stazione di servizio mentre i cittadini erano chiamati alle urne