MARANO – Il Comune di Marano torna sotto la gestione commissariale: il consiglio dei ministri ha deciso ieri lo scioglimento dell’amministrazione comunale per la quinta volta nella storia della città a causa di accertate infiltrazioni camorristiche. Un
provvedimento che conferma come, ancora una volta, le istituzioni locali siano risultate permeabili alla criminalità organizzata, nonostante i controlli approfonditi disposti dalla Prefettura. Si tratta di un episodio senza precedenti in Italia: Marano è l’unico Comune a raggiungere il traguardo di cinque scioglimenti per mafia nella propria storia. L’amministrazione defenestrata era stata eletta nella primavera del 2023 e faceva riferimento al Partito Democratico, con a capo il sindaco Matteo Morra (nella foto).
La giunta comunale, che perde il proprio mandato, era composta da figure di rilievo della politica locale: Luigi Caradente, vicesindaco con delega a Cultura e Sport; Concetta Russo, vicesindaco con delega al Bilancio; Carmen Bocchetti, assessore alla Pubblica Istruzione e all’Edilizia Scolastica; Carmine Carandente, assessore con deleghe alle Periferie, Fiere e Mercati; Gennaro Polichetti, assessore con deleghe all’Urbanistica e Puc; Carlo Albanese, assessore con deleghe all’Ambiente e all’Igiene Urbana; Giuseppina Aliberti, assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità. I riscontri che hanno portato allo scioglimento evidenziano una significativa permeabilità della macchina
amministrativa alla criminalità organizzata, con evidenze di condizionamenti e infiltrazioni all’interno di atti e decisioni di rilievo comunale.
La prefettura, attraverso un dettagliato dossier, aveva già segnalato situazioni di rischio che, seppur oggetto di monitoraggio, non avevano trovato adeguata risposta nei confronti degli organi di governo locale. Con la decisione di ieri, le competenze del Comune passano a commissari straordinari nominati dal ministero dell’Interno, che guideranno l’ente per i prossimi diciotto mesi, prorogabili eventualmente di altri sei, garantendo la continuità amministrativa e la gestione ordinaria dei servizi. L’obiettivo principale è riportare trasparenza e legalità in un Comune spesso al centro delle cronache nazionali per episodi legati alla criminalità organizzata. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere: le opposizioni locali hanno accolto la decisione con favore, sottolineando la necessità di una “pulizia radicale” delle istituzioni locali, mentre esponenti vicini all’ex giunta hanno lamentato come la misura colpisca cittadini e amministratori che non hanno responsabilità dirette, pur riconoscendo la gravità delle infiltra- zioni accertate.
Il nuovo commissariamento rappresenta un banco di prova per Marano e per le istituzioni, chiamate a dimostrare come sia possibile ripristinare legalità, trasparenza e sicurezza in un territorio spesso segnato da episodi di pressione mafiosa. L’esperienza passata del Comune indica che la vigilanza costante, i controlli preventivi e l’azione delle forze dell’ordine sono strumenti indispensabili per arginare
fenomeni di condizionamento politico e amministrativo da parte della criminalità organizzata. Il dossier della prefettura, che ha portato allo scioglimento, comprende centinaia di pagine di indagini, analisi e rilievi, utili a ricostruire le infiltrazioni negli uffici comunali. Tra gli scenari
che emergono vi è una rete complessa di rapporti tra esponenti politici locali e ambienti riconducibili a clan criminali, evidenziando la necessità di interventi mirati per prevenire il ripetersi di tali situazioni.