Il taglio dei fondi del PNRR destinati alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) ha generato preoccupazione tra gli operatori del settore e le istituzioni locali. La dotazione è passata da 2,2 miliardi a 795,5 milioni di euro, una riduzione del 64%. Il Ministero ha chiarito che tutte le domande saranno sottoposte a istruttoria tecnica e amministrativa. I progetti valutati positivamente, ma senza copertura finanziaria, rimarranno idonei per eventuali scorrimenti. La rimodulazione risponde alle scadenze di rendicontazione del 2026 e modifica le condizioni operative su cui si basavano migliaia di iniziative. La revisione riduce le risorse da 2,2 miliardi a 795,5 milioni. Nella riprogrammazione del Piano, presentata al Parlamento, la misura CER è una delle 34 linee di intervento rimodulate. La dotazione dedicata alle comunità deve adeguarsi ai criteri fissati dalla Commissione europea, che non consente proroghe. Il Governo ha scelto di concentrare le risorse sulle misure che offrono un assorbimento più rapido. Il limite massimo del 40% a fondo perduto è rimasto invariato. In assenza di nuovi fondi, la maggior parte delle iniziative presentate rischia di non accedere al contributo. Ulteriori chiarimenti arriveranno dopo l’approvazione definitiva della revisione da parte del Consiglio dell’UE. Le ragioni del taglio dei fondi PNRR per le CER sono state illustrate nelle comunicazioni del ministro Foti al Parlamento. L’UE ha ribadito che non ci saranno proroghe alle scadenze. Il Ministro ha ricordato che la misura CER aveva già subito una revisione con la riduzione del contributo dal 100% al 40%. La platea dei beneficiari è stata ampliata dai Comuni sotto 5.000 abitanti ai Comuni sotto 50.000 abitanti. Tra le reazioni istituzionali, la Regione Umbria ha evidenziato una riduzione retroattiva di 23 milioni destinati ai Comuni sotto i 50.000 abitanti. L’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca, ha sottolineato che il taglio rischia di rallentare progetti già avviati. Il nuovo Decreto Transizione 5.0 introduce vincoli ulteriori, come il divieto di individuare aree idonee entro 500 metri dai beni tutelati dal Codice dei beni culturali. La Regione ha annunciato che cercherà di compensare il taglio con una nuova programmazione dei fondi europei. Salvatore Midili, referente regionale di Italia Solare per la Sicilia, ha evidenziato che la riduzione ha generato un’impennata nelle ultime ore di caricamento delle domande. I progetti già in coda potranno proseguire, ma senza poter contare sul contributo a fondo perduto del 40%. La decisione di ridurre la dotazione a sportello ancora aperto rischia di rallentare il mercato. Senza il contributo PNRR, molte iniziative non hanno garanzie sufficienti per ottenere credito. Il Gestore ha aggiornato lo stato delle richieste, mentre lo sportello per l’accesso ai contributi si avvia alla chiusura del 30 novembre. Le domande per gli impianti in configurazione CER e Gruppi di autoconsumatori nei Comuni sotto i 50.000 abitanti hanno raggiunto 864,6 milioni di euro. Le spese previste superano la dotazione prevista. Le richieste hanno superato la milestone di 1.730 MW, raggiungendo 1.971,2 MW. La norma incide in particolare sulla legge regionale che qualificava automaticamente come idonee le aree destinate a CER per rispondere ai fabbisogni energetici delle comunità. Conclude che cercherà di compensare il taglio con una nuova programmazione dei fondi europei e con le opportunità offerte dalla Mid Term Review sugli interconnettori energetici.





















