Concessioni e canoni dei balneari, si accendono i fari della Procura

La direttiva Bolkestein vuole fermarle e dare il via alle gare. L’Italia, invece, ha confermato la proroga al 2033. Se non saranno in regola i gestori dei lidi rischiano l’accusa di occupazione abusiva. Giocondo (Sindacato Balneari Campania): “Ben vengano le aste, ma siamo pronti?”

Da un lato la Comunità europea, dall’altro lo Stato italiano. La prima, con la direttiva Bolkestein, è stata chiara: stop alle ‘proroghe automatiche’ delle concessioni demaniali marittime. Il secondo è stato ugualmente netto: con il decreto Rilancio la loro validità è estesa fino al 2033. Lo scontro è pacifico. Ue e Belpaese dicono cose diverse. E a infilarcisi in mezzo è la Procura di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone. Lo ha fatto accendendo i fari sulle occupazioni di chilometri e chilometri di costa a Mondragone, Castelvolturno, Sessa Aurunca, e Cellole. Preso atto dell’evidente contrasto tra Europa e Italia sulla questione, ai suoi inquirenti, come ha riportato il quotidiano ItaliaOggi (in un articolo a firma di Francesco Cerisano), ha chiesto di passare all’azione. Facendo cosa? Passando al setaccio le concessione demaniali. A spingere la Procura a percorrere questa strada sono state alcune anomalie accertate sul litorale Domizio, come la mancata presentazione di polizze fideiussorie, canoni non pagati e richieste di rinnovo prima dell’effettiva scadenza dei contratti. Sintetizzando, il procuratore Troncone vuole che venga verificata “l’esistenza di un valido titolo confessorio vigente al momento del controllo e non già scaduto e oggetto di un asserita proroga automatica”, che la Bolkestein vieta. Ed è un divieto pesante “stante la prevalenza della fonte comunitaria rispetto a quella nazionale”. Se le caratteristiche richieste non saranno riscontrate, si andrebbe a palesare il reato di occupazione abusiva delle aree demaniali per i gestori dei lidi. La direttiva europea ha come obiettivo l’attivazione di gare ad evidenza pubblica per assegnare le spiagge in molti casi da anni in mano agli stessi imprenditori. Un’operazione, in teoria, che dovrebbe contribuire a rilanciare l’economia del territorio oltre che a garantire il principio di una concorrenza imprenditoriale lecita e trasparente. In teoria, appunto. Concretizzare il tutto, renderlo reale, è il vero problema.

Il commento del Sindacato Balneari Campania

“Ben vengano le aste”: chi credeva che il settore fosse contrario è rimasto deluso. “Dobbiamo farle? Ottimo. Anche domattina”. Parole di Marcello Giocondo, presidente del Sindacato balneari della Campania. L’operazione attivata dal procuratore Maria Antonietta Troncone smuoverà le acque. “Farà emergere i problemi che ci sono – ha aggiunto – e farà capire che le spiagge non sono l’albero della cuccagna, non fanno guadagnare a tutti milioni”. Gli enti che dovranno occuparsi delle gare per assegnare le concessioni sono pronti? Giocondo è convinto di no. “L’Europa dice che bisogna fare le aste, ma non dice come svolgerle. La verità che non saprebbero da dove cominciare. Dovrebbero calcolare gli investimenti fatti, garantire il valore aziendale di anni e anni di gestione. Un esempio pratico. Un imprenditore ha gestito un lido per 30 anni. Chi verrà dopo di lui potrà contare sulla clientela che si è guadagnato con sacrificio, conquistandola nel tempo. E il materiale che ha accumulato? Che fine faranno? Chi ripagherà gli investimento di quello che diventerà l’ex gestore?”. Conti a parte, a preoccupare Giocondo è anche la criminalità organizzata. “Abbiamo lottato contro la camorra. Sul nostro Litorale sono stati gambizzati e uccisi imprenditori che hanno detto no al pizzo. Fare le aste – ha spiegato il presidente del Siba – significherebbe aprire le porte al malaffare. Serve attivare dei filtri, fare attenzione”. L’interesse delle cosche si “sposterebbe sulle zone turistiche, sicuramente non a Castelvolturno dove abbiamo migliaia di immigrati e il turismo a tratti è inesistente”. Giocondo è entrato anche nel merito dei controlli che vuole attivare la Procura. “Le concessioni scadevano a marzo 2020. C’è stata un proroga fino ad aprile 2021. E tenendo conto dell’emergenza Covid-19, vanno calcolati ulteriori 90 giorni dalla data di scadenza. La loro validità (non tenendo conto dello slittamento al 2033 che la Bolkestein boccia, ndr.) così arriva a luglio. Il ministro Massimo Garavaglia – ha concluso il presidente – voleva estenderla fino al termine del 2021, ritenendo inutile di interromperla nel mezzo della stagione. Ma non se n’è fatto nulla. Ad ogni modo, alla data di oggi, se arrivano i controlli, siamo tranquilli. Siamo in regola”.

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