MILANO (AWE/LaPresse) – Dopo la crescita “inarrestabile degli ultimi 20 anni“, le spese ‘obbligate’ sul totale dei consumi diminuisce. Passando dal 41,8% del 2014 al 40,7% del 2018. Soprattutto per una “decisa riduzione” dei prezzi degli energetici e dei servizi finanziari. Tuttavia le spese per bollette, sanità o benzina pesano oltre 7.200 euro l’anno pro capite. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2018. Questa componente di spesa, sottolinea Confcommercio, rimane “l’aggregato più significativo“, con le spese per i beni che rappresentano il 37,7% del totale, mentre quelle per i servizi il 21,6%.
La voce abitazione (affitto, manutenzione, bollette, utenze) è quella più esosa. Sono in calo le quote relative agli alimentari. I servizi assumono un ruolo significativo
Tra le spese obbligate, prosegue Confcommercio, la voce abitazione è quella che incide maggiormente. Arrivando a ‘mangiarsi’ tra affitti, manutenzioni, bollette, e utenze quasi 4.200 euro pro capite (il 60% delle spese obbligate complessive). All’interno dei consumi commercializzabili (10.580 euro pro capite nel 2018), anche se per due terzi sono rappresentati dai beni, i servizi hanno assunto un ruolo sempre più significativo. Mentre continua il calo della quota destinata agli alimentari. Ma questa voce aumenta nei valori pro capite, pari a 2.681 euro contro i 2.490 del 2014.