ROMA– Tasse e inflazione principali ostacoli sulla via di una ripresa che si preannuncia ancora assai incerta. E in questo clima frena anche la fiducia delle famiglie, mentre le imprese continuano a guardare con maggior ottimismo alle prospettive di crescita. In sintesi è questo il contenuto di un’indagine di Confcommercio, in collaborazione con Metrica Ricerche, sul sentiment di famiglie e imprese relativo agli ultimi mesi del 2021.
Secondo la confederazione è l’incertezza che aleggia ancora a frenare la ripresa ed è questo, infatti, il sentiment prevalente per quasi la metà degli italiani, anche se sul miglioramento delle prospettive economiche del nostro Paese, da qui alla fine dell’anno, le imprese sono più ottimiste (42,7%) rispetto alle famiglie (24,3%). Una maggiore fiducia, quella delle imprese, che si ritrova anche nelle previsioni per i prossimi mesi di un miglioramento della propria attività (61%) e di un aumento degli investimenti (indicato da 1 impresa su 3), in particolare in innovazione e sostenibilità. La forte cautela delle famiglie, invece, è confermata non solo dai timori per un possibile calo dei redditi (per l’80% del campione) e dei risparmi (68,5%), ma anche dalle previsioni di spesa negli ultimi mesi dell’anno con una sostanziale stabilità dei consumi di beni e servizi (per il 75,5%) e prudenza per viaggi e vacanze, tempo libero (spettacoli, concerti, stadio) e autoveicoli.
Sia le famiglie che le imprese, comunque, ritengono che in questa fase della pandemia i principali ostacoli al consolidamento della ripresa siano riconducibili a fattori specificamente economici e finanziari, più che politici e sanitari. Entrambe sono concordi nel ritenere l’aumento delle tasse, l’inflazione e la perdita di posti di lavoro i principali ostacoli alla ripresa economica del nostro Paese.
E su questi temi batte il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “L’economia è in fase di recupero – conferma – e la fiducia delle imprese resta alta. Prevale, invece, l’incertezza delle famiglie che temono più tasse, inflazione e perdita del lavoro. Incertezza che si traduce in meno consumi e dunque meno crescita. Ecco perché è vitale che la riforma fiscale punti su semplificazione e diminuzione delle tasse, passaggio fondamentale, insieme all’utilizzo efficace del PNRR, per rimettere in moto il Paese”.