Confindustria: stallo è rischio per ripresa, subito governo con pieni poteri

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Vincenzo Boccia

Roma, 15 mag. (LaPresse) –

“Lo stallo politico rischia di far perdere all’Italia quanto di buono è stato fatto per avviare la ripresa e consolidare un percorso di crescita robusta e sostenibile” e dunque è “indispensabile che il nuovo Governo abbia un mandato politico chiaro e che sia in grado di agire nel pieno dei suoi poteri”.

Confindustria lancia l’allarme durante l’audizione sul Def davanti alle commissioni speciali di Camera e Senato riunite a Montecitorio spiegando che “abbiamo bisogno di un Governo che sappia rassicurare” perché “scelte sbagliate possono complicare, non poco, il collocamento sul mercato dei 400 miliardi di euro in titoli di Stato di cui ogni anno l’Italia necessita per finanziare il debito pubblico”, ha sottolineato il direttore del centro studi Andrea Montanino, ricordando che “è fondamentale mantenere la fiducia dei mercati”.

L’inerzia politica, infatti, “potrebbe improvvisamente rendere molto più costoso finanziare questo ingente debito, mettendo a rischio la tenuta economica del Paese”. Insomma: “i mercati stanno dando tempo all’Italia, ma l’attesa non potrà essere troppo lunga”.

Da Milano, dove ha partecipato all’inaugurazione della nuova sede di Confindustria Moda, il numero uno di viale dell’Astronomia rilancia: “La situazione di stallo potrebbe creare a lungo termine problemi all’economia”. “È ancora presto per dirlo – ha aggiunto – bisognerebbe entrare nel merito di questo governo e capire gli effetti sull’economia reale e il nodo risorse. Non abbiamo ancora capito i punti di convergenza e se ci saranno, lasciamoli lavorare e poi valuteremo”, aggiunge.

Quel che è certo è che “ci sono alcuni provvedimenti che, a nostro avviso, non andrebbero toccati come Industria 4.0 e Jobs Act”, ha aggiunto Boccia, spiegando che “sono provvedimenti che hanno dato effetti sull’economia reale grazie alla reazione dell’industria italiana: +7% export e +30% investimenti privati, sono dati oggettivi e non opinioni”. Anche per Montanino “bisogna partire da quello che è stato fatto” perché le riforme “costituiscono una preziosa eredità per il nuovo Governo, che non deve essere dilapidata ma rafforzata”.

Attenzione anche alla questione degli aumenti Iva. Per Boccia “la manovra ha bisogno di 12 miliardi di euro per congelare le clausole di salvaguardia per l’Iva. Se poi mettiamo gli altri elementi si pone il problema del nodo risorse”. Ecco perché Confindustria “auspica che le clausole di salvaguardia siano disinnescate – ha spiegato Montanino -. Occorrerà, però, valutare attentamente il modo in cui farlo, evitando misure recessive. Contrariamente agli anni passati, per annullare i previsti aumenti delle imposte indirette non c’è da aspettarsi ulteriore flessibilità di bilancio da parte dell’Europa: sia perché, più che consolidata la ripresa, è tempo di iniziare il percorso di riduzione del debito pubblico, sia perché la flessibilità di bilancio utilizzata negli anni scorsi è stata ampia”. Ed ecco perché raccomanda che la risoluzione al Def, di maggioranza come di minoranza, “fissi alcuni punti fermi: rispetto assoluto degli accordi con i nostri partners europei sul graduale rientro del debito pubblico; impegno a ricercare soluzioni non misure recessive per la tenuta dei conti pubblici; valutazione non ideologica delle riforme che hanno funzionato”.

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