Roma – Ora la data è ufficiale: le primarie del Pd si terranno il prossimo 3 marzo. Dunque, uno tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina o Marco Minniti sarà il nuovo segretario nazionale.
Adesso toccherà capire quale orientamento vorranno dare al partito gli elettori, se continuare con la linea sponsorizzata dall’ex leader Matteo Renzi, oppure provare la strada unitaria con l’occhio rivolto più a sinistra che al centro.
Della partita dovrebbero essere anche gli outsider Cesare Damiano, Francesco Boccia, Dario Corallo e Maria Saladino, ma stando ai sondaggi interni le percentuali non sono sufficienti a impensierire la corsa dei 3 ‘big’.
Per ogni ripensamento, c’è tempo fino al 12 dicembre, giorno in cui si chiuderanno le candidature
La notizia è che, almeno per una volta, la pattuglia dem non si è disunita. La Direzione nazionale, infatti, ha approvato il regolamento del Congresso senza voti contrari e con sole 4 astensioni. Grasso che cola, di questi tempi. Stilato il calendario, ora tutti dovranno lavorare pancia a terra per la lunga campagna elettorale, che passerà prima dai circoli e gli iscritti e solo in ultima battuta si aprirà ai cittadini, con i consueti gazebo.
La sfida è provare a riaccendere l’interesse verso un partito che sta scivolando lentamente anche al di sotto di quel 18% uscito dalle urne il 4 marzo scorso. Da allora il Pd è apparso spento, depresso e senza guizzi. Dilaniato dalla ‘guerra’ interna tra renziani e antirenziani, che prosegue silenziosa, ma comunque ad alta intensità.
Nella competizione congressuale tutto sembra immutato
La presenza più player in campo frammenta il consenso, ma la mossa di Matteo Richetti di ritirare la propria candidatura per accettare il ticket con Martina riapre i giochi per l’ex ministro, che mangia almeno 6 punti di distacco ai rivali ma rimane terzo.
La campagna elettorale è iniziata
Stando ai rumors interni, al momento il presidente della Regione Lazio è il favorito, inseguito da Minniti, frenato però dalla indecisione se presentarsi o meno, ma soprattutto dalla presa di distanze da Renzi, non capita e non digerita dai supporter del senatore Pd.
Chi spera nel colpo a sorpresa è Boccia, candidato vicino al governatore della Puglia, Michele Emiliano. Che via social si è rivolto agli sfidanti, per lanciare un appello: “Se vogliamo bene al Partito democratico dobbiamo consentire ai tanti che non hanno più creduto in noi di aderire al Pd e di aiutarci a migliorarlo. Basta con i capicorrente che controllano i pacchetti di tessere”.