Consip, arriva la chiusura indagini: in 7 rischiano il processo. L’ex ministro dello Sport Lotti indagato per favoreggiamento

Per Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio, gli inquirenti hanno chiesto l'archiviazione. Per lui l’accusa ipotizzata era quella di traffico di influenze.

Consip si chiudono le indagini
Foto Roberto Monaldo / LaPresse - Luca Lotti

ROMA – E’ arrivata questa mattina la notifica della chiusura indagini da parte della Procura di Roma per il caso Consip. Due anni di lavoro che hanno dato, come esito, la richiesta di processo per 7 persone. Tra tutte, spicca il nome di Luca Lotti. L’ex ministro dello Sport del governo di Matteo Renzi è indagato per favoreggiamento. Per Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, gli inquirenti hanno chiesto l’archiviazione. Per lui l’accusa ipotizzata era quella di traffico di influenze.

Consip, chiusura indagini dopo due anni. In 7 rischiano il processo, c’è anche l’ex ministro dello Sport Luca Lotti

Tre i filoni d’indagine chiusi stamattina dal procuratore Giuseppe Pignatore, dall’aggiunto Paolo Ielo e dal pubblico ministero Mario Palazzi. In quello che vedeva coinvolto Renzi senior a rischiare il processo è Carlo Russo, l’imprenditore amico di famiglia, indagato per millantato credito. Secondo la Procura, Russo avrebbe “abusato del cognome di Renzi” quando parlava di appalti e mazzette con l’imprenditore campano Alfredo Romeo.

Oltre a Lotti, per favoreggiamento sono indagati Filippo Vannoni (ex presidente di Pubbliacqua, partecipata del Comune di Firenze), l’ex comandante dei carabinieri Tullio Del Sette (che rischia il processo anche per rivelazione del segreto d’ufficio) e il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia. Gli inquirenti hanno ritenuto credibili le parole di Luigi Marroni, ex amministratore delegato della Centrale acquisti della pubblica amministrazione. Quest’ultimo, in una testimonianza, affermò di aver tolto le cimici dagli uffici della Consip “perché ho appreso in quattro differenti occasioni da Vannoni, dal generale Saltalamacchia, dal presidente Consip Ferrara e dal ministro Lotti di essere intercettato”.

Scarfato e Sessa, gli ex Noe indagati per favoreggiamento (il primo anche per falso e rivelazione di segreto d’ufficio)

Nell’ultimo filone d’indagini chiuso dai magistrati spuntano i profili degli ex carabinieri del Noe, Gianapolo Scarfato e Alessandro Sessa. Quest’ultimo è indagato per depistaggio, mentre Scarfato rischia di dover rispondere anche di falso e rivelazione di segreto d’ufficio. Per gli inquirenti, Scarfato (attuale assessore alla Sicurezza al Comune di Castellammare di Stabia) avrebbe redatto un’informativa “alterata” per “fare arrestare” Tiziano Renzi al quale venne attribuita una telefonata con Romeo nella quale, invece, a parlare sarebbe stato Bocchino. Inoltre, Scarfato avrebbe dato conto di un’intromissione dei Servizi segreti nell’indagine senza prove.

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