ROMA – Silvana Sciarra è la nuova presidente della Corte Costituzionale. Giuslavorista, 74enne, Sciarra è la prima donna eletta giudice costituzionale dal Parlamento ed è stata eletta con otto voti, uno di scarto su Daria de Petris, che, come primo atto, conferma vicepresidente insieme a Nicolò Zanon.
Le parole chiave alle quali si ispira, e che usa per presentarsi nell’incontro con la stampa, sono ‘sobrietà, trasparenza e indipendenza’. Un lavoro sotto il faro della collegialità, “che è prima di tutto ascolto”, e che immagina a contatto anche con i giovani, mantenendo gli incontri nelle scuole, perché i ragazzi e le ragazze sono i primi “che devono ricevere il nostro messaggio”.
La neopresidente affronta temi di attualità, dall’ambiente, la cui tutela è “un dovere”, ai troppi incidenti sul lavoro, sui quali dice: “La normativa italiana sulla sicurezza è molto avanzata“, ma “va attuata in modo migliore”. Un pensiero va alle vittime dell’alluvione nelle Marche. Tra i temi trattati c’è anche quello della vita nel carcere e il nodo “drammatico” dei suicidi in cella: “La Corte è intervenuta, anche per facilitare l’accesso a misure alternative e migliorare elementi di socialità dei detenuti – spiega – ma da sola non può risolvere drammi come il sovraffollamento”.
Sciarra è la seconda donna a presiedere la Consulta in poco più di due anni. Una scelta con la quale i giudici costituzionali danno un esempio, ribadito da tante sentenze che indirizzano sulla strada, tutta in salita, verso la parità di genere. “Il modo migliore per far emergere le donne è offrire soprattutto alle giovani, le stesse occasioni di crescita, formativa, e ingresso in reparti del lavoro spesso preclusi, allargando gli orizzonti – sottolinea. “Mostrare esempi di donne capaci, competenti e anche agguerrite nella difesa dei loro diritti – aggiunge – La forza delle donne è nelle loro competenze”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti ribadisce a più riprese il suo “messaggio di fiducia e rispetto nelle istituzioni”: “Ho fiducia. Non posso non averne”. E pensando al voto e al Parlamento che verrà: “Non posso immaginare che se ci fosse una forte maggioranza non ci sarà attenzione al pluralismo”. Infine chiude la sua presentazione citando le parole della giudice e giurista americana Ruth Bader Ginsburg: “Combatti per le cose in cui credi, ma fallo in modo di indurre gli altri a unirsi a te”.(LaPresse)