Conte stoppa le Regioni: “Misure meno stringenti sono illegittime”. La Lega: non alimenti lo scontro

L'ordinanza firmata da Jole Santelli che prevede la possibilità per bar e ristoranti di utilizzare i tavolini all'aperto è in odore di diffida da parte del Governo

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

ROMA Giuseppe Conte si presenta alle Camere in un clima rovente. I parlamentari della Lega hanno trascorso la notte tra gli scranni in segno di protesta contro le “mancate risposte del Governo sulla fase due”. Mentre i governatori del centrodestra reclamano il ritorno alla normalità nelle gestione delle competenze per quel che riguarda le riaperture. Il premier, però, non intende indietreggiare e si rivolge in modo netto alle Regioni. Il suo è più che un avvertimento: “iniziative che comportino l’introduzione di misure meno restrittive di quelle disposte su base nazionale, non sono possibili” perché in contrasto con le norme del decreto legge Covid. “E quindi sono da considerarsi, a tutti gli effetti di legge, illegittime”, scandisce.

Il Governo e le regioni

Il capo del governo, in ogni caso, ribadisce la volontà di concordare con le Regioni un allentamento delle misure restrittive che sia circoscritto su base territoriale. In modo da tenere conto delle Regioni dove la situazione epidemiologica appare meno critica. “In questo modo potremo operare differenziazioni geografiche anche nella fase di allentamento delle misure, con riaperture delle attività basate su un piano caratterizzato da precisi presupposti scientifici, che ci consentano di avere un monitoraggio efficace, sotto controllo, la curva epidemiologica. Non già quindi – la sottolineatura – un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali”.

E se i governatori plaudono alla possibilità di aperture differenziate, dalla Lega arriva l’invito al presidente del Consiglio “a non alimentare scontri istituzionali perché sarebbe irresponsabile in questo momento”. “Oltretutto – viene fatto notare da fonti del Carroccio – il ministro Boccia ha detto che il 95% delle ordinanze è assolutamente legittimo, al di fuori di quella calabrese”, viene spiegato.

La decisione della Calabria

L’ordinanza firmata da Jole Santelli che prevede la possibilità per bar e ristoranti di utilizzare i tavolini all’aperto è in odore di diffida da parte del Governo, dal momento che la governatrice calabrese intende tirare dritto.

Conte predica prudenza

Il faro, per Conte e i ministri, resta la prudenza. Il premier non intende vanificare i sacrifici fatti fin qui, per questo continua a predicare cautela, senza temere eventuali ricadute impopolari. Si lascia quasi scappare di come “tremavano le vene dei polsi” quando non si riusciva a far scendere la curva dei contagi. Adesso la situazione è migliorata, ma la battaglia non è ancora vinta. Ecco perché, ribadisce, “dobbiamo far ripartire al meglio la nostra economia senza dolorose e irrimediabili conseguenze future. Un approccio non graduale sarebbe catastrofico”.

Nessun uomo solo al comando, comunque. “Il Governo ha sempre compreso la gravità del momento e proprio per questo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata né tantomeno solitaria”, chiarisce Conte in aula, ricordando il continuo coinvolgimento degli enti locali e del Parlamento. In ultimo, un grazie agli italiani e la fiducia che anche in futuro sapranno vivere la nuova fase con responsabilità.

(LaPresse/di Nadia Pietrafitta)

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