ROMA – Sul Copasir è muro contro muro. Nessun passo in avanti nella difficile trattativa tra Lega e Fdi per la presidenza del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, mentre si guarda al vertice di lunedì pomeriggio tra i leader del centrodestra (a cui Berlusconi non dovrebbe partecipare) nella speranza che si trovi una quadra tra Meloni e Salvini. La richiesta del Carroccio di sostituire Adolfo Urso con Ignazio La Russa, è stata rimandata al mittente dal diretto interessato.
“Nella mia vita ho fatto di tutto tranne che occuparmi di Copasir, anche quando ero ministro della Difesa mi sono mosso il minimo indispensabile. Non è nelle mie corde, Urso è più bravo. Poi tantomeno accetterei per lasciare libero il posto di vicepresidente del Senato come merce di scambio. Suvvia..”, ha scandito l’esponente di Fratelli d’Italia.
Si torna quindi alla casella di partenza, con un’unica certezza: Urso non si dimetterà, neanche per seguire il gesto dei colleghi alleati, Raffaele Volpi e Paolo Arrigoni. Il senatore ex AN, non vuole avere sorprese, soprattutto dopo gli attacchi di Matteo Salvini. Non sono infatti bastate le foto fatte circolare sui social che lo ritraggono in vari eventi a sostegno di Israele, allontanandolo da un presunto schieramento a favore dell’Iran. Lo stesso account di ‘Alleanza con Israele’ ne ha postato foto con Shimon Peres, Ariel Sharon ed Ehmud Olmert, e ha invitato a non strumentalizzare il dramma della nazione “per fini politici interni” .
Salvini tuttavia tira dritto: “Noi chiediamo le dimissioni di tutti” dal Copasir. “Gli unici che si sono dimessi nei fatti e non a parole sono i due componenti della Lega. Se si dimettono tutti vengono nominati i nuovi membri e si riparte a lavorare”. Nuovi componenti, e quindi non Urso, questo è l’obiettivo, che sull’attuale vicepresidente del Comitato glissa: “Non faccio nomi e cognomi, prima si dimettano tutti e poi ne parliamo. Speriamo di non dover aspettare settimane per avere le dimissioni degli altri”.
Posizione rilanciata da diversi esponenti del partito come il capogruppo Massimiliano Romeo: “Basta perdite di tempo, la Lega aveva proposto l’azzeramento del Copasir e infatti sia Volpi che Arrigoni hanno presentato le dimissioni. Ci aspettiamo che anche gli altri partiti facciano lo stesso: è inaccettabile bruciare altri giorni per difendere un pugno di poltrone”.
Intanto Camera Alternativa entra nel dibattito e in una lettera al presidente Fico rivendica due posti nel Comitato in base al criterio di proporzionalità essendo all’opposizione. Un intervento per creare più confusione che altro, visto che gli ex M5S sono una componente del Misto e la legge che regola il Copasir consente solo ai gruppi costituiti di esprimere i propri commissari. E non è solo il Copasir a far salire la tensione nel centrodestra. Anche sui candidati nelle grandi città, al voto ad ottobre, nessun passo in avanti è stato fatto. La dimensione dello stallo sta anche nell’assenza di Berlusconi, annunciata nei giorni scorsi.
Il Cav è a Arcore e si sta riprendendo, “serve ancora qualche giorno” filtra da fonti azzurre, una pausa prolungata dettata anche dalla situazione di attrito tra i due alleati di partito a cui non vuole partecipare. Salvini ostenta ottimismo: “Alle prossime elezioni amministrative ci sono 1300 comuni al voto e sono quasi tutti chiusi, su Roma e Milano c’è tanta gente a disposizione vedremo di decidere al meglio”, pur sapendo che se non si scioglie il nodo Copasir la partita dei candidati rischia di rimanere impantanata. La soluzione per Giovanni Toti, leader di Cambiamo è però a portata di mano: “O si passa a una forma diversa, a un partito unico altrimenti la competizione tra i partiti di una coalizione c’è sempre, c’è addirittura tra le componenti dei singoli partiti”.(LaPresse)