MILANO – Mentre il coronavirus ha fatto il suo secondo morto fuori dalla Cina, a Hong Kong, sono arrivati a 20.630 i contagi in 24 Paesi, 3.241 solo martedì, per 425 decessi totali. Tra i positivi anche Li Wenliang, il medico-eroe di Wuhan che lanciò l’allarme via chat sull’epidemia e fu accusato dalla polizia.
“È importante sottolineare che il 99% dei casi è in Cina e il 97% dei decessi è nella provincia di Hubei. Questa è ancora prima di tutto un’emergenza per la Cina”, ha sottolineato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Certo, il rischio che il virus diventi più diffuso a livello “rimane elevato”, ha ammesso, per questo è possibile sconfiggere l’epidemia solo con “la solidarietà globale”.
La prima fondamentale azione è la condivisione di “informazioni dettagliate”, sia sulla gravità epidemiologica e clinica che sui risultati di studi e indagini; un monito alla trasparenza sia per la Cina che per i Paesi ricchi. L’Oms sta mandando un team di esperti internazionali a lavorare con le controparti cinesi, nonché ha inviato agli Stati coinvolti dall’epidemia 531mila maschere, 350mila paia di guanti, 40mila respiratori, quasi 18mila camici isolanti e 250mila test a oltre 70 laboratori.
Ghebreyesus ha poi ribadito il proprio invito a non imporre restrizioni ai viaggi e agli scambi internazionali, che “possono avere l’effetto di aumentare la paura e lo stigma, con scarsi benefici per la salute pubblica”. Un appello inascoltato da sempre più Paesi, che stanno ritirando le rappresentanze diplomatiche e invitando i loro concittadini a rimpatriare ed evitare viaggi in Cina, dalla Francia al Regno Unito e la Germania.
Pechino adotta il pugno di ferro
Dopo le polemiche della scorsa settimana per le donazioni erroneamente assegnate da parte della Croce rossa di Hubei, Zhang Qin, vicepresidente provinciale dell’organizzazione, è stato rimosso dall’incarico. L’Alta corte del popolo della provincia di Heilongjiang, nell’area nord-orientale, ha invece pubblicato un avviso urgente che prevede che chi diffonda il virus intenzionalmente e metta in pericolo la sicurezza pubblica possa essere condannato a morte. Le persone che usano il virus per diffondere fake news rischiano fino a 15 anni di carcere.
Le autorità, con il solito doppio registro che alterna controllo e rassicurazione, hanno fatto sapere che 630 persone contagiate sono state dimesse dopo essere guarite. Intanto, stanno tentando di rintracciare circa 4mila passeggeri che hanno viaggiato su una nave da crociera tra Cina e Vietnam, la World Dream, dopo che è stato confermato che quattro ospiti sono stati contagiati.
In Giappone, invece, sono stati disposti controlli medici sui 3.700 passeggeri e sull’equipaggio messi in quarantena sulla nave Diamond Princess a Yokohama, tornata in patria dopo che un passeggero 80enne, già sbarcato, è risultato positivo al nuovo coronavirus. (LaPresse)