“Siamo al plateau, ora dobbiamo iniziare la discesa”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, che ha poi aggiunto: “Non vuol dire che abbiamo conquistato la vetta e che è finita ma che dobbiamo iniziare la discesa e la discesa si comincia applicando le misure in atto. Dire che siamo arrivati al plateau vuol dire che siamo arrivati al picco, ma il picco non è una punta bensì un pianoro da cui ora dobbiamo discendere”.
La polemica con Fontana
E tra l’Iss e il presidente della Lombardia Attilio Fontana su mascherine da produrre in un’azienda lombarda per far fronte alla grandissima richiesta. “Purtroppo – ha detto il governatore – l’Iss ha detto che la prima riunione per valutare questa mascherina è stata rinviata alla settimana ventura. Da lì inizia questo iter che mi auguro possa essere reso rapido. Io credo che non si debba dire ‘diamo una risposta tra qualche settimana’ pensando di farci un piacere, ma che si dovrebbe dire ‘vi diamo una risposta tra qualche ora’. A meno che non si siano ancora resi conto che siamo in un periodo di emergenza, visto che comunque le mascherine nessuno ce le dà. Almeno ci diano l’autorizzazione a produrle”.
La risposta dell’Iss
“Siamo pronti, appena abbiamo i risultati sulle prove tecniche di capacità di filtraggio delle mascherine possiamo renderle immediatamente autorizzate. Abbiamo fatto oltre 80 autorizzazioni a produrre in attesa che quanto prima ci vengano portate le prove tecniche di capacita di filtraggio dei microrganismi, nel momento in cui le riceviamo entro un’ora possiamo rilasciare le autorizzazioni, ma nel frattempo il produttore può produrle”.
Arcuri, comprate mascherine
Lo ha annunciato il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa: “L’Italia ha acquistato 300 milioni di mascherine e i dispositivi arriveranno progressivamente nei magazzini della protezione civile e verranno distribuiti con il criterio che abbiamo concordato con la totalità delle regioni, anche per garantirci assoluta trasparenza ed evitare asimmetrie”. E ha aggiunto che “con questi numeri è stata consolidata una sufficiente quantità di dispositivi. Inoltre ieri è stata consegnata una quantità sufficiente di mascherine all’ordine dei medici. Pensiamo che anche loro devono essere dotati di una sorta di ‘magazzino di scorta’, in modo da poter sopperire o aggiungere dotazioni che vanno direttamente a loro”. Poi ha sottolineato come si siano fatti “molti passi avanti nella produzione nazionale di mascherine in una settimana. Le prime 25 aziende della filiera della moda da ieri producono 200 mila mascherine chirurgiche al giorno. Hanno un piano per andare a 500 mila al giorno la prossima settimana e a 700 mila quella successiva; le aziende del settore dell’igiene personale da ieri fanno 250 mila mascherine al giorno, arriveranno a 400 mila la prossima settimana, a 750 mila quella successiva. Stiamo inviando dispositivi soprattutto al centro-nord, ma pensiamo anche alle regioni del sud. Cerchiamo di mantenere queste due leve. Negli ultimi 3 giorni abbiamo distribuito 290 ventilatori alle regioni, nei prossimi 3 giorni contiamo di distribuirne altri 599, il 40% di quanto distribuito finora. A ieri abbiamo distribuito 1.237 ventilatori polmonari. Con forniture così massicce andiamo anche verso sud, che dobbiamo assolutamente evitare si trovi in condizioni simili a quelle delle regioni del centro-nord più colpite dal coronavirus. Sono dotazioni massicce, ma ancora non riusciamo a raggiungere tutti i target: spero che la prossima settimana anche i farmacisti verranno riforniti di dispositivi di protezione”.
Presentato il nuovo ospedale alla Fiera di Milano
E’ stato realizzato in Fiera in soli dieci giorni e resta un po’ un fiore all’occhiello del lavoro sfibrante che si sta compiendo in queste settimane in Lombardia per far fronte all’emergenza. “Abbiamo fatto una promessa – ha scritto Guido Bertolaso ancora in quarantena per aver contratto il Covid-19, in un messaggio letto alla presentazione dell’ospedale Fiera Milano – e l’abbiamo mantenuta costruito in 10 giorni per l’emergenza Coronavirus. Un ospedale ‘specialistico’ che potrà essere replicato a livello nazionale e internazionale. Fiero di essere italiano, quando il Paese chiama io rispondo. Quello a Fiera Milano non è un ospedale da campo, non è un lazzaretto, ma una struttura specialistica che mette al centro la figura del paziente grave colpito da Covid-19. Un ospedale realizzato in tempi inconsueti e insperati. E la scelta di Fontana di farlo ha assunto un carattere esemplare”. E ha poi concluso: “Al grido di aiuto dell’Italia si risponde, anche se con rischi a cui sapevo che avrei potuto andare incontro”.