NAPOLI – A mezzogiorno da milioni di balconi in tutta Italia si sono levati degli applausi. Erano indirizzati dai cittadini barricati in casa agli eroi dell’emergenza coronavirus: medici, infermieri, personale sanitario. Eroi che, però, vivono ore terribili, di grande preoccupazione. Per l’avanzare del contagio e per l’incubo di diventare, proprio loro, degli untori. A provocare il caos è l’articolo 7 del Dpcm del 9 marzo che prevede che i medici vengano sottoposti a tampone, anche se a contatto diretto con un positivo al coronavirus, solo se presentano i sintomi.
Al Ruggi, a Caserta, negli ospedali di Napoli
Al Ruggi di Salerno serpeggia enorme preoccupazione tra i camici bianchi, così come in nosocomi come il Cardarelli, l’Ospedale del Mare e diversi presidi in provincia di Caserta che sono stati chiusi per diverse ore per casi positivi tra medici e primari. Il personale sanitario teme, visti i contatti diretti con soggetti infetti, di aver contratto il virus e di non saperlo, visto che i tamponi non vengono effettuati se non in presenta di sintomi, e di infettare così anche familiari e altri pazienti. Di diventare, quindi, agenti del contagio.
La battaglia del sindacato
I sindacati si preparano alla battaglia e Anaao spinge affinché in Parlamento venga emendato quell’articolo del decreto, garantendo il controllo al personale entrato in contratto stretto con soggetti infetti. “E’ una situazione paradossale che viene aggravata dall’assenza di dispositivi di protezione. Può davvero diventare un boomerang. I medici possono diventare potenziali untori – spiega il presidente nazionale di Anaao Giovani, Pierino Di Silverio – Si continuano a trattare i medici come carne da macello, ho l’impressione che siamo stati mandati al fronte senza armi, senza scudi e senza vestiti. Nella maggior parte dei casi non ci sono le mascherine con il filtro adatte a garantire la protezione e oggi praticamente non esistono medici che non entrano in contatto con i pazienti Covid-19, nonostante molti non vengano presi in considerazione in quanto non operano nel ‘front office’ vero e proprio”.
Il pericolo che i medici passino da eroi guaritori a untori è molto concreto. Una situazione che potrebbe rendere il contagio incontrollabile. Ora riprenderà il confronto in Parlamento e il sindacato chiederà a deputati e senatori di intervenire con un emendamento per “garantire anche agli asintomatici la possibilità di sottoporsi al controllo in caso di contatto stretto con un positivo. Poi c’è la quarantena e la sostituzione, solo così si può continuare a combattere efficacemente la diffusione del virus”, ha aggiunto Di Silverio.
L’effetto di dieci anni di tagli
Il tutto avviene in un contesto in cui sostituire chi è ‘al fronte’ è complesso, visto che è stato dato il via libera all’assunzione a tempo degli specializzandi, lasciando fuori i precari che negli ospedali lavoravano già. “Il piano di assunzioni è un disastro, è stato fatto in fretta e male, penalizzando specializzandi, precari e servizio pubblico. Il caos è frutto di anni di scelte politiche che hanno portato a 37 miliardi di tagli in 10 anni. Nessuno era pronto”, ha concluso il numero uno di Anaao Giovani. Gli eroi vanno trattati come tali. Non è l’ora delle esitazioni.