Coronavirus, il numero dei morti torna ad aumentare. Cala quello dei contagi. Rezza: “Siamo ancora nella Fase 1”

Il bollettino quotidiano diramato dalla Protezione civile

Foto Marco Alpozzi / LaPresse

ROMA – Diminuisce il numero di attualmente positivi al coronavirus in Italia. Nelle ultime 24 ore si è registrato un incremento 1.363 unità a fronte dei 1.984 di ieri per un totale di 103.616, mentre i casi totali, comprensivi di guariti e decessi, salgono a 159.516 con un incremento da ieri di 3.153.

Tornano a salire i decessi

Crescono nuovamente i decessi nell’ultimo giorno: sono stati 566 a fronte dei 431 di ieri. Il totale dei morti dall’inizio dell’epidemia è di 20.465. Ancora abbondantemente sopra i mille il numero dei guariti 1.224 in più per un dato complessivo che arriva a quota 35.435. Diminuiscono ancora i malati ricoverati nelle terapie intensive: da ieri sono 83 in meno. Aumentano i morti anche in Lombardia, 280 nelle ultime 24 ore sono per un totale di 10.901. Nelle precedenti 24 ore erano stati 110.

Non si arriverà a zero casi

Ad affiancare Angelo Borrelli nella canonica conferenza stampa della 18, gestita dalla protezione civile, è stato Giovanni Rezza, capo dipartimento malattie infettive dell’Iss: “Non arriveremo a zero casi, il virus continuerà a circolare. Siamo ancora nella ‘Fase 1’. Forse a Wuhan – ha spiegato il medico – ci sono riusciti con misure incredibili ma ora hanno i casi di ritorno. La circolazione del virus diminuirà ma dovremmo essere pronti a mettere toppe in considerazione”.

“I decessi – ha aggiunto Rezza – saranno l’ultimo indicatore a diminuire perché il tempo che intercorre dal contagio alla morte è lungo, anche più di 20 giorni. Non siamo contenti di 500 morti, è una cosa drammatica, ma rispetto ai 1000 di qualche giorno fa c’è stata diminuzione”.

Calcio e scuole: il no di Rezza

“Sulla ripartenza del calcio – ha chiarito l’esponente dell’Iss – io darei parere negativo poi la decisione spetta alla politica”. “E’ uno sport che implica contatti e quindi il rischio di trasmissione. Ho sentito che qualcuno parlava di monitoraggio più stretto ma mi sembra un’ipotesi un po’ tirata. E poi siamo quasi a maggio…”, aggiunge. “Le scuole? Siamo in fase uno, cautela. Il virus circola. E’ chiaro che concordo con il professor Locatelli”.

Dal 21 aprile test sierologici in Lombardia

Al via le procedure per mappare con più forza i positivi: “Saranno effettuati 20mila test sierologici al giorno, dal 21 aprile, cominciando dagli operatori sanitari e socio sanitari della Lombardia e dai cittadini che devono tornare al lavoro con particolare riferimento alle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi”. Lo comunica in una nota Regione Lombardia. “I test, ideati e testati dall’Irccs pubblico San Matteo di Pavia, certificheranno l’immunità al virus e – prosegue la nota – permetteranno di gestire in modo consapevole la cosiddetta fase 2. Al San Matteo di Pavia, uno dei 4 IRCCS (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) pubblici della Regione, sarà riconosciuta dalla società che produce i test una royalty dell’1%”. “Risorse – conclude la nota – che saranno reinvestite per finanziare la ricerca pubblica e i ricercatori impegnati ogni giorno in prima linea per la lotta al Covid”.

Riapertura? Ogni ipotesi è prematura

Domande, durante la conferenza stampa, sul ruolo “della task force” “Sta lavorando, ogni ipotesi al momento è prematura”, ha chiarito Angelo Borrelli: “Sui tamponi non ci sono categorie privilegiate. Vengono fatti quando c’è bisogno”.

(LaPresse)

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