Corruzione, agenti provocatori e conflitto di interessi: il governo Conte fa tremare Fi e Pd

Reazioni scomposte di Pd e Forza Italia al discorso del premier Conte alla Camera: coda di paglia sui temi della corruzione e del conflitto di interessi. A dem e azzurri (che si applaudono a vicenda) non resta che il Partito della Nazione. L'unica alternativa credibile al governo giallo-verde sarà la nuova federazione di Alleanza Repubblicana

in foto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

ROMA – Chi ha paura delle misure anti corruzione e di quelle contro il conflitto di interessi? Stando alle reazioni scomposte che si sono registrate al discorso alla Camera del premier Conte, tremano solo Forza Italia e il Partito democratico. Per gli azzurri ci hanno pensato le incerte voci della Gelmini e della Bernini. Hanno replicato con grande aggressività alle intenzioni programmatiche del governo Lega-M5S e in particolare all’ipotesi di introdurre la figura del cosiddetto ‘agente provocatore’. E naturalmente sono state entrambe applaudite anche dagli ‘amici’ del Pd.

Conflitto di interessi: la coda di paglia del Pd amico delle banche

Stessa situazione per il conflitto di interessi: qui i toni striduli si sono mischiati con la saccenza dei nuovi ‘gerarchi’ del morituro Pd, da Fiano a Martina passando per il ‘professorone’ Delrio, che ha avuto l’arroganza di ‘sgridare’ il premier Conte per non aver voluto speculare a piene mani sulla tragedia della famiglia Mattarella e dell’omicidio di mafia di cui è stato vittima il fratello del Presidente della Repubblica (il cui nome non facciamo perché sennò Delrio pensa di avercelo insegnato lui). Quando il premier Conte si è poi soffermato sul conflitto di interessi, ha preso subito fuoco la coda di paglia del Pd, il partito che è finito sotto la lente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche per le presunte pressioni che avrebbero messo in campo l’allora presidente del Consiglio Renzi e l’algida Maria Elena Boschi. Applausi a tutti loro. Conte ha evidentemente colto nel segno.

“La pacchia è finita” anche per i ‘clandestini’ della politica: Fi è fuori dalla destra e il Pd è già superato dalla nuova Alleanza Repubblicana

Le parole che Salvini ha riservato ai clandestini “è finita la pacchia”, si stanno inevitabilmente mutuando sulla nuova realtà politica italiana: la destra si è finalmente liberata del partito-azienda Forza Italia, al quale non resta che accettare gli applausi in Aula del Pd e stringersi con i dem in un ultimo abbraccio mortale. Il Partito democratico ha concluso il suo viaggio alla guida della sinistra italiana, ormai tesa verso la nascita di una nuova federazione, Alleanza Repubblicana, capitanata dall’ex ministro Calenda e che candiderà a premier alle prossime elezioni Paolo Gentiloni. L’Italia torna a tendere verso il bipolarismo: da una parte ci sarà la proposta politica del centrodestra giallo-verde, dall’altra quella del rosso-garofano del centrosinistra repubblicano. Si accettano scommesse.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome